USA. Cosa pensano gli americani del nostro “Paese” Italia.
Il Nord Dakota e’ uno Stato dell’America piazzato a nord e separato dal Canada da una barriera di neve dieci mesi dell’anno. E’ un luogo povero ma con gente che
ama la cultura in modo particolare. Migliaia dei suoi cittadini ogni anno fanno le
ferie in Europa:Inghilterra,Germania,Francia e Italia.
Un redattore del North Dakota News e’ appena rientrato in patria dopo 3 settimane
a casa nostra:Milano (expo),Firenze (dappertutto),Roma (cibo favoloso in quella citta’!)e breve stop per visitare il Vesuvio.
Naturalmente il giornalista ha voluto raccontare le sue impressioni e quelle di sua moglie.Agli americani piace leggere dell’Europa,poiche’ l’80 per cento degli americani sono arrivati qui dal nostro vecchio continente.
Lascero’ da parte i commenti su Gran Bretagna,Germania e Francia per dedicare
un po’ di spazio all’Italia (come penso sia normale). Occhi aperti,anzi spalancati a
Firenze:”Quasi ci si sente male dopo avere visto da vicino la cultura di questa citta’””. Poi: l’Expo appare un po” rabberciato” per il giornalista americano che
pero’ non da’ ulteriori dettagli. Per Roma ci sono i complimenti piu’ lunghi:non soltanto la citta’ e’ stupenda,piena di gente simpatica,a questo bisogna aggiungere che” a Roma il mingherlino diventa ciccione in dieci giorni,con un cibo che incanta e
un tipo di vino che stordisce”. Tutto positivo,insomma. Non proprio. La moglie del
giornalista ha voluto aggiungere un suo commento.Bisogna dire che la signora insegna Storia Antica in una universita’ del North Dakota.
Ebbene la professoressa (che chiameremo Britney) ha ammesso di essere
rimasta delusa osservando gli italiani camminare senza uno scopo,come “zombie in un girone dantesco”. Diamine.che zona di Roma ha visitato la donna?
In un’altro commento Britney ha detto:”Guardando in giro mi sono tornate alla mente alcune parole di Lorenzo il Magnifico.Eccole:chi vuol essere lieto sia di doman non v’e’ certezza. E per un popolo che ha tremila anni,questa e’ una situazione molto imbarazzante”.
Thank you professoressa.
Benny Manocchia