Chieti. Il turismo religioso deve accettare anche i disabili.
Raggiunge l’ingresso dell’ascensore che si trova sulla parete laterale sinistra della cattedrale sotto l’arcata che collega la piazza con Via Arniense, ma non può utilizzarlo. L’ingresso è chiuso con una porta di ferro e pur essendoci un citofono, è irraggiungibile.
Ho chiesto al Parroco Emerito della cattedrale di San Giustino, Don Nerio Di Sipio, il motivo della scelta di bloccare l’ingresso dell’ascensore. La scelta non è causata per la maleducazione dei cittadini che potrebbero utilizzarlo come bagno pubblico, ma per la sicurezza. Quindi, se il disabile ha un cellulare con collegamento ad internet, deve trovare il numero di telefono della cattedrale, telefonare e farsi aprire, meglio se la visita viene prenotata. Questa è la sua risposta.
La soluzione a costo zero sarebbe quella di mettere un avviso leggibile vicino la porta di ferro dell’ingresso, con indicato il numero di cellulare, meglio aggiungere anche l’orario di apertura e chiusura. Però, con un video citofono, la porta potrebbe restare aperta, in modo da permettere di chiamare qualche addetto (un sacrestano?) che, manovrando l’ascensore, bloccato al piano superiore sempre per motivi di sicurezza, permetta al disabile di arrivare in cattedrale. Difficile? Altro problema per il disabile è che non può visitare la cripta, perché ci sono all’interno due scalinate che conducono alla cripta e ben tre che portano al presbiterio. Certo ci vuole molta buona volontà e collaborazione per permettere a chi ha difficoltà ambulatorie, categoria già troppo penalizzata, di ammirare il Duomo, ma anche altre chiese cittadine (quelle aperte).
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