Anche in Abruzzo blitz degli agricoltori di Coldiretti che, come nel resto delle Penisola, hanno lasciato le campagne per lanciare un SOS alle Istituzioni sui danni provocati dagli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale stimato in quasi 100 milioni di euro nel 2014 senza contare i casi in cui è stata messa in pericolo la vita delle persone. A Pescara, l’incontro con l’assessore regionale alle politiche agricole Dino Pepe, si è svolto dalle 13.00 alle 15.00 nell’assessorato regionale all’agricoltura in via Catullo 17. Un summit di oltre due ore alla presenza di una 40ina di agricoltori in rappresentanza di tutto il territorio regionale “devastato” da una situazione insostenibile che da anni sta provocando l’abbandono delle aree interne con problemi sociali, economici ed ambientali. A capeggiare la delegazione abruzzese, il presidente di Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti, affiancato dal direttore Alberto Bertinelli, dal presidente di Coldiretti Chieti Sandro Polidoro, oltre che dai direttori provinciali Gabriel Battistelli (Chieti) e Massimiliano Volpone (L’Aquila e Teramo) che hanno consegnato nelle mani dell’assessore regionale Pepe un documento nazionale sulla fauna selvatica. Un incontro con le immancabili bandiere gialle, magliette e cappellini per ricordare che, sul problema dei cinghiali, “non bisogna abbassare la guardia” e su cui l’assessore regionale Dino Pepe ha evidenziato lo stato della legislazione regionale e la grande disponibilità a lavorare per una soluzione condivisa e definitiva.
“Chiediamo – ha evidenziato il presidente Domenico Pasetti “interventi urgenti per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole in equilibrio con la natura. Il problema della fauna selvatica è un problema vecchio, su cui da anni portiamo avanti un’azione di forte lotta e sensibilizzazione che, almeno speriamo, inizia a portare i suoi frutti. L’iniziativa di oggi, omogenea su tutta la penisola, vuole sottolineare proprio il lavoro di squadra e l’azione sinergica per una soluzione unica su tutto il territorio nazionale. A rischio – ha sottolineato Pasetti – non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza nelle aree rurali, per non parlare delle preoccupazioni esistenti sul profilo sanitario”. Una premessa che, in una delle stanze dell’assessorato, straripante di bandiere ed agricoltori, ha aperto un lungo confronto, in cui sono intervenuti gran parte dei presenti per raccontare le diverse sfaccettature di un problema su cui non è possibile ulteriormente soprassedere.
“Nel corso dell’incontro – ha evidenziato il direttore regionale Bertinelli – è stata sottolineata l’importanza del confronto con le Amministrazioni regionali, che ha l’obiettivo di discutere l’utilità dei provvedimenti di prevenzione e controllo e gli effetti dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura che coinvolgono le imprese agricole in tutte le Regioni, sia pure con profili diversi in relazione alle diverse condizioni territoriali”.
“Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da corvi, cinghiali ed altri animali – aggiunge Pasetti – gli agricoltori di Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio ma chiedono anche che questa disciplina sia uniforme in tutta la penisola per una azione veramente efficace. In tal senso, chiediamo all’assessore di farsi portavoce delle problematiche abruzzesi in sede di conferenza stato-regioni”.
Una problematica su cui a livello nazionale è stato anche elaborato un documento di base, sul quale si è avviato un proficuo confronto con Legambiente, che costituisce una prima proposta da approfondire e che rappresenta l’avvio di un comune percorso di lavoro per arrivare ad una più efficace e ampia analisi degli interventi finalizzati ad organizzare forme di programmazione di lungo periodo.
In particolare, la nota nazionale parte dal presupposto che “la governance delle popolazioni di animali selvatici autoctoni deve essere finalizzata alla conservazione nel tempo ed al mantenimento delle caratteristiche naturali in termini di struttura demografica delle medesime popolazioni, e deve essere elaborata d’intesa con le amministrazioni pubbliche e private e i portatori di interesse coinvolti nel medesimo areale”. Da qui, una lunga analisi sulla tipologia dei danni alle colture agrarie causati dagli ungulati, l’ambito degli interventi regionali distinto in misure di prevenzione, di controllo ordinario e di controllo straordinario nonchè alcune proposte finalizzate a far fronte ai danni arrecati alla produzione agricola, a garantire la partecipazione degli agricoltori alle operazioni di abbattimento, al reperimento dei fondi necessari e alla semplificazione procedure di risarcimento e accertamento del danno attraverso la stipula di apposite convenzioni con Centri autorizzati di assistenza agricola.