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Giulianova. Intervista a Marialuisa De Santis, curatrice della 5° edizione “Credere La Luce”

 

Siamo giunti alla 5 edizione CREDERE LA LUCE, mi sembrano non consecutive, credi che con gli ultimi tagli della giunta Mastromauro, il progetto continui?

 

Vorrei cominciare col dire che le edizioni sono state consecutive; la prima, subito dopo la morte di Padre Serafino, è stata a lui dedicata, come in fondo continua ad essere tutto il progetto. Già da quest’anno non abbiamo avuto sostegno dall’Amministrazione e date le difficoltà in cui si trova la Piccola Opera, sul suo futuro non posso pronunciarmi.

Sabato 25, alle 18,00, al MAS inaugurerete la mostra “una pala per l’altare della Chiesa di Sant’Anna”, come nasce l’idea della mostra e il motivo di apporre una Pala da esporre nella chiesa, visto le attuali difficoltà economiche?

Nelle quattro prime edizioni abbiamo chiesto agli artisti di cimentarsi in un’arte genericamente sacra, quest’anno siamo giunti a quello che in fondo era sempre stato il nostro obiettivo: ricostruire, sia pure in piccolo, un legame tra gli artisti e una committenza ecclesiastica. Proprio in un momento di difficoltà è importante anche mettersi al servizio del proprio paese e quindi la scelta è stata quella di “commissionare” una pala da collocare sull’altare della piccola chiesa di Sant’Anna. Di grande aiuto sono state le persone che hanno aderito alle nostre iniziative per raccogliere fondi, essendo questo progetto complesso e in un certo senso “dispendioso”. Non si tratta semplicemente di una mostra che già di per sé è impegnativa; a gennaio, come ogni anno, c’è stato un seminario di studi incentrato sull’arte liturgica  e sulla figura di Sant’Anna. I docenti non sono mai tutti del posto e l’accoglienza è stata necessaria per gli artisti di fuori regione.

La mostra, organizzata dalla Fondazione Piccola Opera Charitas, presenta 9 pale d’altare di grandi dimensioni, pensate e realizzate  per l’antica chiesa giuliese di Sant’Anna, restaurata alcuni anni fa. Quali criteri di selezione sono stati usati per scegliere gli artisti che hanno realizzato le opere?

Quest’anno la selezione è stata severa: non artisti giovanissimi ma artisti figurativi che avessero nel loro curriculum già un’esperienza di arte sacra o comunque un certo tipo di sensibilità. Figurativi perché abbiamo pensato che per quella chiesa sarebbe stata più giusta un’opera iconica, sia pure con caratteristiche certamente contemporanee.

 

Oltre all’esposizione delle Pala, ci saranno gli scatti dell’Arch. Josè Maiorani curatore del restauro della Chiesa, quale connubio può nascere tra i professionisti locali, i curatori di mostre e le opere architettoniche giuliesi?

Con l’architetto Maiorani ci siamo trovati molto bene, è stato anche uno dei relatori del corso e crediamo che queste sinergie possano e debbano arricchire tutta la comunità.

 

Il giorno successivo all’inaugurazione della mostra, alle ore 18.30, verrà celebrata la Santa Messa nella Chiesa di Sant’Anna dal parroco, don Domenico Panetta e dal direttore della sezione arte sacra ufficio liturgico della Diocesi di Teramo Atri, don Filippo Lanci. Credi che le idee delle istituzioni religiose devono essere supportate dalle istituzioni locali e regionali?

Credo che le istituzioni locali e regionali, in un momento di crisi economica, debbano scegliere di supportare i progetti ritenuti più validi a prescindere dalla provenienza. Questo progetto  favorisce l’arte, ma è anche una sorta di invito a riqualificare e a riappropriarsi di un antico quartiere, trascurato ma bellissimo e custode di tante tradizioni. Nel catalogo che accompagna la mostra c’è un’ interessantissima intervista fatta da Don Filippo Lanci e Alessandra Gasparroni nella quale viene raccontata  la festa popolare che accompagnava il 26 di luglio dedicato a Sant’Anna e San Gioacchino, festa di cui si era persa memoria.

Questo progetto affonda le radici in un passato che ci appartiene, e proprio perché forte di queste radici è capace di guardare al presente e al futuro.

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