“Comune che vai tassa che trovi”: 12 centri abruzzesi passati ai raggi “x”
Pescara – Lavorare per il Fisco fino ad agosto inoltrato. Poi, solo da allora, iniziare a guadagnare per sé, per la propria impresa e per la propria famiglia. E’ la sorte cui un Fisco tiranno sottopone le imprese italiane ed abruzzesi; una “dittatura” che lascia poco spazio alla fantasia, riempie il calendario di scadenze e adempimenti, inventa nuove formule per tassare il tassabile: redditi, superfici, macchinari, servizi locali. La Cna nazionale, attraverso la sua struttura che si occupa di Politiche fiscali, ha messo a punto uno studio dedicato all’Abruzzo, che stabilisce con esattezza assoluta il giorno in cui, nei quattro capoluoghi di provincia, come negli altri centri più grandi della regione, un’impresa smette di lavorare per l’Erario ed inizia a guadagnare per sé. Una ricerca che mette assieme diverse voci relative alla fiscalità nazionale (come l’Irpef), regionale (come le addizionali pagate sull’Irpef in ragione del debito sanitario) e locale (come lo smaltimento rifiuti, l’Imu, i diversi servizi) realizzata sui quattro capoluoghi (L’Aquila, Chieti, Pescara, Teramo), ma anche sugli altri centri di maggiori dimensioni nelle quattro province: Giulianova e Roseto per il Teramano; Montesilvano e Spoltore per il Pescarese; Lanciano e Vasto per la provincia di Chieti; Avezzano e Sulmona per la provincia aquilana.
I risultati dell’inedita ricerca saranno presentati in Abruzzo dopodomani, 27 luglio, nel corso di una conferenza stampa, in programma a Pescara alle ore 10.15, nella sede regionale della Cna, via Cetteo Ciglia 8. Con il presidente regionale della Cna, Italo Lupo, e il direttore della Cna di Pescara, Carmine Salce, sarà presente Claudio Carpentieri, responsabile nazionale della Cna per le politiche fiscali e curatore dello studio.
25/7/2015