ALBA ADRIATICA – Turisti e residenti sul piede di guerra contro la decisione dell’amministrazione Piccioni di concedere ampliamenti della spiaggia ad alcuni stabilimenti balneari . Fondato un Comitato al quale hanno già aderito 48 firmatari che si sono visti ridurre di molto le porzioni di spiagge libere per la posa degli ombrelloni. Il Comitato “ Pro spiaggia libera “ promosso e organizzato da Bruno Moscardi, Maurizio D’Egidio, Renato Colilli, Fabio Finzi, Vincenzo Trombetta, Enrico Ruffini ed altri ha redatto un primo documento di contestazione, depositato con tutte le firme e protocollato negli uffici comunali, che riguarda l’area compresa tra via Rovigo e via Gorizia. E’ stato chiesto anche l’intervento delle associazioni ecologiste, infatti la Task Force Ambientale, rappresentata da Giuliano Marsili, si è recata in comune, dapprima presso gli Uffici Tecnici al fine di verificare le dovute Autorizzazioni e poi a colloquio con il sindaco Tonia Piccioni e l’assessore Marco Pilò, i quali hanno dichiarato che la decisione è stata presa in seguito alla modifica da parte della Regione Abruzzo del Piano Demaniale Marittimo Regionale, che dà facoltà ai Comuni di decidere se concedere o meno degli ampliamenti provvisori delle concessioni. A 8 stabilimenti balneari sono stati concessi dai 5 agli 8 metri, in via provvisoria,con l’intento , come dichiarato dal sindaco, di venire incontro alle esigenze impellenti degli operatori turistici colpiti dal fenomeno dell’erosione, e quindi il breve permesso riguarderebbe solo alcuni chalet a ridosso del torrente Vibrata e nella zona del lungomare Nord di Alba Adriatica. Sia il sindaco Tonia Piccioni che l’assessore Marco Pilò si sono affrettati a dichiarare ufficialmente che questa autorizzazione riguarda esclusivamente la stagione attuale e che nel 2016 non sarà ripetuta. Alla Task Force Ambientale e ai rappresentanti del Comitato, che hanno appreso la notizia con soddisfazione, risulta però che alcuni concessionari avrebbero “ approfittato “ di qualche metro in più e non avrebbero rispettato le distanze previste dal Piano, come da esposto inoltrato al Comune e alla Guardia Costiera. Risulta anche che alcuni “ furbetti “, soprattutto albergatori, avrebbero posizionato file di ombrelloni “ abusive “ e che, comunque, da quando dichiarato dagli uffici tecnici comunali, sarebbero già oggetto di Ordinanze di Sgombero. Un clima avvelenato insomma, a ridosso della fine di una stagione che non ha certo brillato per presenze con l’aggiunta della mancanza della Bandiera Blu. Tra le associazioni ecologiste e l’amministrazione Piccioni, comunque, alla luce di questi fatti, è nato un primo approccio che potrebbe scaturire in un inizio di collaborazione costruttiva, in vista di risoluzione di problematiche ambientali del territorio, non ultima la questione del fenomeno erosivo.
Giuliano Marsili
L’autorizzazione provvisoria – rectius concessione – all’ampliamento della spiaggia in concessione agli stabilimenti balneari il cui fronte a mare dell’area in concessione è stata ridotta per effetto del fenomeno dell’erosione di per sè è più che giustificata, specie se tale procedura è disciplinata dal piano spiaggia.Va rilascita contemperandoi le legittime esigenze dei titolari degli stabilimenti balneari con le esigenze della libera balneazione. Trattasi sicuramente di un fatto eccezionale,legato al fenomeno dell’erosione delle spiagge di cui soffre molta parte del litorale marittimo nazionale, fenomeno, che in alcune zone di Italia (vedi Pescara Nord) ha comportato addirittura la sparizione di stabilimenti balneari. Poi vi un’altra problematica che, purtroppo, non viene affrontata adeguatamente dai comuni nè dalle associazioni ambientalistiche, cioè quella legata al servizio di vigilanza – servizio di salvataggio – nelle spiagge libere e, molti comuni non solo non lo garantiscono come dovrebbero, ma non segnalano l’assenza del servizio con apposita cartellonistica, così come non segnalano a mezzo boe il limite di sicurezza delle acque destinate alla balneazione. I piani spiaggia dovrebbero disciplinare anche questo aspetto, ad es. evitando di prevedere lunghi tratti di spiaggia libera tra due stabilimenti.Così come purtroppo accade che tratti di spiaggia libera non vengono puliti dal comune (Mi riferisco alla quasi totalità dei comuni i taliani)come dovrebbe. Bisogna considerare che gli ampliamenti provvisori devono poter essere concessi, in quanto non bisogna dimenticare che gli stabilimenti balneari sono attività economiche che danno lavoro, contribuiscono a far girare l’economia ed, i titolari devono essere messi nelle condizione di poter operare, con l’accortezza che ove mai il mare dovesse restituire la spiaggia che si era “mangiata”, così i concessionari devono restituire i pezzi oggetto di ampliamento!