Dal 13 fino al 30 di Agosto a Nerito è allestita la mostra sul cuoio inciso di Giuseppe Savini. Sono stati esposti alcuni dei suoi lavori della collezione “aurea”: venti opere mai mostrate in pubblico.
Ogni volta che si vuole omaggiare il lavoro di qualcuno, in questo caso di un associato e dirigente storico della CNA di Teramo, il rischio è di cadere nella retorica e chi è amico di Giuseppe sa quanto lui rifugga da celebrazioni e narrazioni pompose.
Ci assumiamo questo rischio perché è doveroso, oltre, che un grande piacere, evidenziare la storia di un artigiano artistico e prima ancora di un uomo che ha saputo tramutare in materia un personale percorso di studio, di vissuti, a volte anche sofferti, per realizzare i propri lavori.
L’incisione del cuoio qui diventa quasi matematica dei gesti, precisione e dialogo con la materia, segno e forma, un piacere tattile che ci svela l’amore per il lavoro di artigiano e la sapienza accumulata nelle mani con anni e anni di paziente applicazione.
Non è esagerato affermare che il lavoro di Savini sia davvero importante, le raffigurazioni degli alberi, incisi sul cuoio, non sono mai simili, c’è sempre uno sguardo e un espressione di senso differente: è l’unicità del lavoro artigiano, è la sensibilità e la visione della bellezza di Giuseppe Savini.
La sua mostra è una rappresentazione in piccolo della sua personalità. I lavori esposti, pochi, sono posizionati con molta cura, la solita maniacalità per il dettaglio, forse perché sono i particolari a renderci unici.
Il suo lavoro creativo di composizione diventa materia nel cuoio che, con facile suggestione, ci racconta i tratti caratteriali di Giuseppe: sostanza antica, raffinata dalla vita, forte e duttile nello stesso tempo, fatta per durare e mostrarsi ma con la discrezione delle cose utili.
Qui vediamo solo una piccolissima parte dei suoi lavori, ma ci auguriamo che in qualche modo Giuseppe vorrà farci omaggio di un viaggio nella sua storia, attraverso le innumerevoli creazioni della sua bottega e magari raccontarci le avventure delle sue figure essenziali, dei suoi alberi col vento dentro, delle sue opere che arredano e decorano spazi importanti. Un patrimonio che il nostro territorio deve conoscere ed apprezzare perché testimonia senza retorica che il confine tra artigianato e arte è assolutamente indistinguibile se lo spirito è libero e la volontà tenace.