Finalmente sulla sanità abruzzese si parla di scelte strategiche, di visioni globali, di indirizzi. Evidentemente, sarà pure l’uscita dal commissariamento, saranno i “rumorini” che arrivano all’orecchio dell’Assessore, qualcosa comincia finalmente a muoversi in direzione nuova e diversa.
In effetti, come non essere d’accordo con le linee guida tracciate nel documento del PD sul futuro della Sanità abruzzese approvato dai circoli?
Come non esser d’accordo sull’obiettivo di spostare le cure il più possibile vicino ai cittadini, di investire nell’assistenza domiciliare, di affidare un ruolo strategico ai medici di medicina generale, “ponti” ed “attori principali” nell’organizzazione delle cure intermedie dei Distretti sanitari, di sviluppare gli ospedali di comunità, di combattere il ricovero ospedaliero improprio?
Come non essere d’accordo, e lo abbiamo già fatto, con il Regolamento nazionale sugli standard ospedalieri, con la sfida per ”l’eccellenza”, con il considerare la sanità privata come una funzione complementare e integrativa e non sostitutiva della rete pubblica, con il rendere la sanità regionale, in definitiva, più vicina ai cittadini, eliminando ogni livello di intermediazione politica e/o burocratica?
Bene ! Ora abbiamo finalmente una piattaforma condivisa sulla quale misurarci per affrontare una vera e propria rivoluzione, “Rivoluzione della Pubblica Amministrazione”, d’altronde così recita una delle numerose deleghe, per la verità un po’ pomposa, dell’assessore Paolucci.
In tutto questo riformismo apprezzabile e non più derogabile, s’inserisce , a nostro modesto avviso, un pericolo che spesso capita ai migliori riformatori: cioè quello di gettare con l’acqua sporca anche il bambino. Perché sarà bene tornare sui tagli indiscriminati e ammantati di tecnicismi e standard costruiti ad arte per sostenere scelte già effettuate a priori, vedi punti nascita e in particolare Atri, la cui gestione è stata a dir poco, ingiusta.
Ora che si va a varare il “Piano di riqualificazione sanitaria”, sarà bene confrontarsi anche in maniera più dettagliata sul ruolo dei presidi e quant’altro onde evitare inutili fraintendimenti e ricomporre un quadro certo ed in qualche maniera, “risarcitorio” per i territori.
Preoccupati dall’andazzo disinvolto e dalla distanza tra il Presidente (che tra voli pindarici ed alzate d’ingegno da statista) ed altri assessori addetti invece alla ramazza dei tagli dolorosi e delle beghe quotidiane, noi ci permettemmo di proporre una CONFERENZA REGIONALE sulla Sanità.
Una Conferenza, questa volta, aperta a tutti: forze politiche, sindacati, operatori sanitari, istituzioni, cittadini, per far vivere la RIFORMA, in maniera partecipata e sentita.
Vogliamo sperare che l’uscita dal commissariamento sia occasione di riflessione per tutti e per il varo di un nuovo modo di far politica tra la gente.
Il capogruppo PD Atri
Alfonso Prosperi