La democrazia, intesa come forma di governo, che ha la caratteristica di esprime la volontà della maggioranza dei cittadini, ai nostri giorni soffre di una crisi profonda. La classe politica odierna è mal preparata per dirigere la società e gli elettori sono manipolati dai sistemi elettorali. Ne consegue l’effetto, che gli stati siano governati da persone non idonee ed elette nel modo sbagliato.
La vocazione o la professione di far politica deve nascere dalla predisposizione, l’abilità o del talento congenito. Non tutti possono diventare violinisti, chirurghi, attori o scultori professionali. Un politico deve quindi nascere con questi criteri, completare e sviluppare l’arte della politica con studi specifici, anche universitari.
Sembra che un futuro leader di un gruppo sociale, (paese, partito, nazione) dovrebbe disporre di una grande generosità, di una filantropia innata (non in senso materiale), dell’altruismo, della tolleranza e acuto senso di giustizia. Queste caratteristiche sono relativamente facili da scoprire e da valutare oggettivamente ricorrendo a una serie di test attitudinali e non, che oggi ci offre la psicologia moderna.
L’età del candidato, la sua educazione -formazione, l’esperienza nel lavoro sociale e professionale, legame con suo bacino elettorale, stage al di fuori del luogo di sua residenza, per esempio all’estero, sono anche quantificabili e possono essere espressi con un punteggio. Così alle elezioni i punti di scarto fra i candidati possano essere assegnati per il “curriculum” che egli presenta.
In altre parole, mi sembra possibile la creazione di una sorta di SCHEDA DEL POLITICO, in cui il valore di un candidato – politico per la società, sia espresso in modo preciso e comprensibile per ogni elettore.
Ecco un esempio aleatorio ma dimostrativo. Si può presumere che, per presentarsi alle elezioni per la carica di Sindaco di una piccola città un candidato dovrebbe accumulare almeno dieci punti sulla sua Scheda. Per voler occupare una poltrona del Senatore i punti necessari diventano 100 . Ovviamente la SCHEDA DEL POLITICO dovrebbe essere regolarmente aggiornata.
Nelle democrazie moderne (come pure nell’Ateniese, ciò forse era il motivo della sua caduta) si presume, che siamo tutti uguali davanti nella capacità di eleggere ed essere eletti. Questa tragico errore dura già da 2500 anni.
Ognuno di noi è uguale all’altro solo di fronte alla morte. In tutti gli altri capitoli della vita sociale (compreso il sistema giudiziario e la medicina) siamo totalmente differenti o differenziati. Non ci sono due donne uguali, non ci sono due uomini identici. Lo stesso reato punito della stessa legge, può essere valutato con due sentenze diverse, espresse da due giudici diversi.
Sulla differenza che esiste tra tutti gli elementi, più piccoli e più grandi a noi noti oggi nell’universo, si fonda lo sviluppo del cosmo e del nostro pianeta: la Terra. Da sempre.
Nelle democrazie moderne, un voto elettorale di una decina di ragazze di diciotto anni, poniamo – delle commesse di scarpe nel supermercato – vale dieci volte di più che il voto di un professore universitario premio Nobel.
Per impedire la continuazione di quest’assurdità, occorre creare una SCHEDA DELL’ELETTORE, in formato digitale per essere letto da uno scanner. Nella SCHEDA conviene codificare, e continuamente aggiornare, i dati dell’elettore come (dati espressi in punti): la sua età, l’istruzione, esperienza lavorativa, la sua situazione familiare, il lavoro svolto nelle organizzazioni sociali e di utilità pubblica.
In questo modo, l’attuale “valore elettorale” di una signorina che vende le scarpe sarebbe di, ad esempio, dieci punti; il “valore elettorale” del professore – premio Nobel si potrebbe tradurre in 100 punti. Così il politico “A” per il quale voterà la nostra commessa riceverebbe dieci punti, e il politico “B”, scelto dal professore, riceverà 100 punti.
Con una riforma del genere, i politici non sarebbero tentati di comprare en masse i voti degli elettori, con promesse troppo spesso impossibili da attuare – ciò che sta accadendo oggi a tutti i livelli in ogni paese – ma sarebbe nel loro interesse a cooperare con l’élite intellettuale di tutti i livelli; comunali, provinciali, nazionali, europei, mondiali. Preservando l’idea dominante della democrazia: la partecipazione di tutti i cittadini nel governare il loro paese. Ma, ciascuno parteciperebbe seguendo le sue possibilità e caratteristiche.
Un dettaglio organizzativo: il voto non dovrebbe avvenire infilando un pezzo di carta in un’urna, con la conseguente faticosa lettura dei risultati, che mi ricorda chi scriveva con una penna d’oca e la luce di una candela (come nel medioevo), ma attraverso un sistema informatizzato, che consentirebbe di esprimere la sua preferenza di voto , utilizzando il proprio telefono cellulare o un computer, attraverso un programma (soft ware) che oltre all’identificazione precisa del votante prenderebbe conto anche della sua SCHEDA DELL’ELETTORE quindi valorizzerebbe il suo voto, in base ai punti che ha.
Piotr Lachert,
Bruxelles, Spoltore
Revisione: Paola De Vitis