La Festa Popolare di Città per Vivere si è svolta anche questa estate presso l’Arena 4 Palme e la Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi con le prime tre serate dedicate, rispettivamente, al fotografo “di paese” Antonio Mazzoni, al teatro dialettale ed a reading di poesie in lingua e in vernacolo, con interviste ad autori di opere “prime” di poesia e di narrativa.
Dall’8 al 12 agosto la festa ha presentato esibizioni di suonatori di organetti “ddù botte” e de Li Tamurre di Pretara, il Coro “Antonio Di Iorio” della Città di Atri diretto dal M° Concezio Leonzi, il Coro folkloristico “Francesco Paolo Tosti” di Francavilla al Mare diretto dalla M^ Loretta D’Intino con un omaggio speciale al M° Francesco Pincelli, il meraviglioso Concerto del Gruppo di Musica Popolare abruzzese “Il Passagallo” di Pineto e il Gruppo di danza folk Il Laccio d’Amore di Penna Sant’Andrea.
Presso la Pinacoteca della Villa Comunale è stata allestita una Mostra fotografica con una selezione di foto di Mazzoni Antonio sui protagonisti della ricostruzione di Roseto nell’immediato dopoguerra, scatti di Simone Di Gioacchino sugli antichi mestieri e artigiani della vita, esposizione di “presepi rosetani” realizzati da Giorgio Poliandri, di oggetti e giochi in legno fatti a mano da Vincenzo Polcini e di quadri fotografici su “La nostalgia dell’Acqua” dello scrittore Antonio Masseroni.
In particolare del geniale fotografo di paese Antonio Mazzoni, sono state esposte foto in bianco e nero scattate nel decennio successivo alla Seconda Guerra mondiale a Montepagano e località vicine del teramano.
Gli scatti di Antonio Mazzoni ritraggono i protagonisti della ricostruzione postbellica sul nostro territorio:lavoratori delle fornaci e dei primi opifici, tabacchine, artigiani, pescatori e contadini, maestri, scolari, studentesse,ciclisti, motociclisi, bagnanti”[…] i tempi della vita, del lavoro, della gioia e del dolore, i riti, le partenze, le feste, i balli, i canti“.
Riemergono spaccati di vita rurale e di comunità paesane non più esistenti, che l’obiettivo fotografico ha colto in una fase di impegno gioioso per la ricostruzione postbellica. Clima di intenso fervore che ci viene restituito dall’occhio attento e affettuoso di un testimone, artista sensibilissimo, osservatore interno di quel mondo appena scomparso dietro l’angolo, nel quale ancora affondano le nostre radici. Ogni immagine cela una storia. Una storia di vita. Tante storie sono contenute nel prezioso lascito di Antonio Mazzoni.
Gli organizzatori della Festa hanno inteso sottolineare ancora una volta le motivazioni che li spingono da alcuni decenni (da quando erano giovani) a operare attraverso un impegno di volontariato integrale al fine di incoraggiare la ricerca e la produzione di artisti locali e la musica popolare abruzzese.
Non a caso ampio spazio è stato dato all’etnomusica popolare, volendo recuperare la funzione da essa svolta nelle società tradizionali contadine e di cultura orale, ossia la promozione dell’inventiva individuale e comunitaria. Esattamente il contrario del folklore riproposto in chiave stereotipata, nostalgica o puramente edonistica e mercificata.
La “proposta culturale e musicale” della festa si è mossa lungo il solco tracciato dall’antropologo Ernesto De Martino, da Gianni Bosio, da Cesare Bermani, da Roberto Leydi, da Giovanna Marini, da Gualtiero Bertelli, che rappresentano un vasto filone di ricerca sul campo seguito in Abruzzo, tra gli altri, da Emiliano Giancristofaro, Sergio De Carolis, direttore artistico del Gruppo Folk Vomano, Carlo Di Silvestre, fondatore con Graziella Guardiani, Guerino Marchegiani e Marco Giacintucci della Compagnia di Canti popolari “Il Passagallo”, e da studiosi e tenaci ricercatori teramani e della Val Vomano formatisi alla scuola del DAMS di Bologna.
Roseto degli Abruzzi, 17.8.2015