Associazione Culturale Città per Vivere
Roseto degli Abruzzi
Da Domenica 6 settembre a domenica 13 settembre 2015, presso la Pinacoteca della Villa Comunale di Roseto, dalle ore 18,00 alle ore 23,00 sarà possibile visitare la MOSTRA FOTOGRAFICA: “Ricostruiamo la nostra storia attraverso le immagini e le foto ricordo”.
Le 100 fotografie in bianco e nero sono state scattate dal fotografo “di Paese” Antonio Mazzoni e sono “dedicate” agli straordinari protagonisti della ricostruzione post-bellica di Roseto, di Montepagano e del più vicino circondario, in particolare nel periodo compreso tra il 1945 e il 1965.
Antonio Mazzoni
(Montepagano 25 gennaio 1923 – Giulianova, 5 dicembre 1987)
Geniale fotografo di paese, scattò nel decennio successivo alla Seconda Guerra mondiale a Montepagano e località vicine del teramano migliaia di foto in bianco e nero. Divenuto in seguito adulto e malato affidò parte dei negativi ( molti erano andati persi) al nipote Pio Rapagnà che li fece stampare. Il materiale originale è custodito nell’archivio di Radio Popolare di Roseto degli Abruzzi. Numerose foto sono esposte nel Museo della Cultura Materiale di Montepagano.
Si tratta di una notevole documentazione iconografica, fonte storica cui hanno attinto diversi studi sull’argomento pubblicati negli ultimi lustri.
Gli scatti di Antonio Mazzoni ritraggono i protagonisti della ricostruzione postbellica sul nostro territorio: lavoratori delle fornaci e dei primi opifici, tabacchine, artigiani, pescatori e contadini, maestri, scolari, studentesse,ciclisti, motociclisi, bagnanti”[…] i tempi della vita, del lavoro, della gioia e del dolore, i riti, le partenze, le feste, i balli, i canti“, quanto scrive il nipote in tutti gli opuscoli illustrativi delle feste popolari che lo stesso organizza da decenni.
Alla prima festa, detta della bon furnite, svoltasi alla fine degli anni Settanta, partecipò l’autore che vide le sue foto in diapositive proiettate sui muri dei quartieri di Roseto e di Montepagano.
Scorrendo velocemente l’album delle memorie quotidiane fissate da Antonio Mazzoni, possiamo osservare le diverse fasi dei lavori in corso nei campi: aratura, mietitura, trebbiatura e raccolta delle olive. Ecco poi sulle strade donne e uomini con le pale che si lasciano ritrarre mentre spalmano la ghiaia e ricostruiscono i marciapiedi – scontavano così, nell’immediato dopoguerra, le tasse comunali – Vediamo artigiani all’interno dei laboratori con gli attrezzi in mano, gli stessi partecipare poi fuori al rito dell’uccisione del maiale; il ciabattino seduto al deschetto contornato dagli amici clienti; la coppia dei sarti, marito e moglie concentrati nell’opera.
Pare quasi di sentire voci, discorsi, motti che i paesani, contadini e artigiani si scambiano mentre svolgono volentieri e necessariamente il lavoro di squadra. Altre foto di gruppo ci trasmettono a colpo d’occhio l’allegria, scandita dalle note frizzanti dell’organetto abruzzese, anima dei festini paesani.
Protagonista di questo speciale film della memoria realizzato da Antonio Mazzoni è la meglio gioventù del tempo.
Uomini e donne, giovani, per lo più insieme nel lavoro, nelle feste, nelle cerimonie religiose. E bambini presenti dappertutto, sciamano per le vie, irrompono nelle scene con quegli occhioni sgranati, i pantaloncini corti, scalzi a volte e furtivi, sempre scalmanati, sorpresi in rari momenti di sosta.
Campeggiano in altre foto come sculture alcune figure fissate in atteggiamento ieratico, quasi in una dimensione atemporale e immagini simbolo di determinate epoche storiche (come quella del mietitore che incrocia la falce col braccio in alto levato).
Ecco le lavoranti sorelle e amiche che si concedono una gita fuori porta. Ancora in aperta campagna incontriamo il suonatore col tamburo e il pastore con il gregge lungo il tratturo. Diverse foto ritraggono cortei e processioni che si snodano lungo le vie dei borghi storici, gruppi di amici raccolti nelle piazzette felici di essere “ immortalati”.
Attraverso gli scatti di Antonio Mazzoni riemergono spaccati di vita rurale e di comunità paesane non più esistenti, che l’obiettivo fotografico ha colto in una fase di impegno gioioso per la ricostruzione postbellica. Clima di intenso fervore che ci viene restituito dall’occhio attento e affettuoso di un testimone, artista sensibilissimo, osservatore interno di quel mondo appena scomparso dietro l’angolo, nel quale ancora affondano le nostre radici.
Ogni immagine cela una storia. Una storia di vita. Tante storie sono contenute nel prezioso lascito di Antonio Mazzoni. La mostra ne espone 100 di immagini, di storie e di tantissime vite coraggiosamente vissute guardando con entusiamo al prossimo futuro che sarebbe stato conquistato o anche immaturamente perduto, e certamente molti di noi in esse riconosceranno i loro cari, gli amici di un tempo e anche se stessi.
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