Convegno al Parco Tecnologico di Lodi su una tecnologia che presenta grande vantaggi, sia produttivi che ambientali
(Lodi, 17 settembre 2015) – L’irrigazione a goccia del riso, sviluppata per la prima volta in Israele negli anni passati, è una frontiera dell’applicazione di tecnologie consolidate al servizio del riso, una delle colture alimentari più importanti al mondo. Nonostante i suoi vantaggi in termini produttivi ed ambientali, questa tecnologia è ancora scarsamente applicata.
Questo il tema di un convegno tenutosi oggi al Parco Tecnologico di Lodi (PTP), “Uso dell’acqua e sostenibilità delle produzioni risicole: una prospettiva globale”, appuntamento clou del progetto Demo Field Agriculture of Tomorrow coordinato dal PTP in partnership con 18 aziende private.
Il riso è una coltura tipica del Made in Italy e come tale va protetta e valorizzata. Al contempo, il riso è l’alimento di base per molte popolazioni del mondo e la crescita sostenibile delle sue produzioni è un pilastro della sicurezza alimentare nei prossimi decenni.
Siamo al cuore della tematica dell’EXPO milanese e Lodi, attraverso il progetto Demo Field Agriculture of Tomorrow coordinato dal Parco Tecnologico, ha organizzato un evento per approfondire le sfide della risicoltura del futuro. Tra queste una delle principali riguarda l’utilizzo dell’acqua. Nei paesi dove viene prodotto, il riso consuma tre quarti di tutta l’acqua utilizzata in agricoltura, ed è responsabile del 10% delle emissioni di metano e anidride carbonica in atmosfera dovute all’azione dell’uomo. Considerando le proiezioni di crescita della popolazione e la diminuzione dell’acqua dolce in conseguenza dei cambiamenti climatici, la possibilità di produrre riso senza sommersione rappresenta una delle sfide principali dell’agricoltura del domani.
“Questo per noi è uno dei momenti più importanti del semestre EXPO – ha affermatoGianluca Carenzo, Direttore del PTP –confrontandoci con un tema chiave per la sicurezza alimentare e affrontandolo da diverse prospettive: agronomica, socio-economica, ambientale e tecnica. Un tema fondamentale sia per la risicoltura Made in Italy di alta qualità sia per le produzioni dei continenti extra-europei”.
Bas Bouman, direttore della Global Rice Science Partnership coordinata dall’International Rice Research Institute ha dichiarato: “Oggi la più importante sfida per la filiera riso è aumentare la ‘water productivity’, cioè la quantità di riso prodotta per unità di acqua utilizzata. Qui si concentrano molte attività di ricerca e sviluppo a livello mondiale”.
Al convegno di Lodi è intervenuto anche Roberto Magnaghi, Direttore Generale dell’Ente Nazionale Risi: “Le politiche comunitarie hanno considerato la risicoltura amica dell’ambiente. Dobbiamo lavorare con determinazione per migliorare quello che abbiamo fatto negli anni fissando obiettivi per il futuro non perdendo di vista l’obiettivo di voler consegnare al cittadino dell’Unione Europea un territorio pulito ed un prodotto salubre. La sinergia nell’azione di ricerca unita alla divulgazione agli attori della filiera permetterà di mantenere alto il livello della risicoltura nazionale.”
Nel sito dimostrativo a pochi metri dal PTP è stata allestita una parcella di riso di 1.000 m2irrigato a goccia. Un terzo di questa superficie è costituito da un pendio artificiale, per mostrare le potenzialità dell’irrigazione su riso in aree marginali dove è impossibile praticare la coltivazione tradizionale in sommersione. Netafim, l’azienda israeliana che ha ideato il sistema di irrigazione a goccia, ha fornito la tecnologia che ha reso possibile l’esperimento in corso al Demo Field di Lodi.
“L’esperienza del Demo Field – ha sottolineato Eli Vered, Agricultural R&D Energy & Field Crop Manager di Netafim – dimostra che abbiamo una possibile soluzione per l’agricoltura del futuro su piccola scala: coltivare in tutti i tipi di terreno e di topografia e irrigare usando sistemi di pompaggio alimentati da energia rinnovabile. In particolare, la tecnologia di irrigazione a goccia elaborata da Netafim non solo è decisiva per estendere la risicoltura a terreni dove non si può irrigare per sommersione, ma ci aspettiamo possa rappresentare in futuro la prima scelta per coltivare il riso in maniera efficiente e sostenibile, dato che permette un risparmio considerevole di acqua e sostanze nutritive a parità di obiettivi produttivi”.
Oltre a un risparmio idrico del 45-50% rispetto alla sommersione tradizionale, la tecnica della goccia permette infatti di risparmiare fino al 30% dei fertilizzanti normalmente utilizzati, con minore inquinamento delle falde sottostanti, riduzione delle emissioni di gas serra e incremento delle rese del 20-40%.
“Il futuro del riso è a goccia, per le molteplici implicazioni positive di tipo agronomico, produttivo ed economico implicite in questa rodata e al contempo innovativa tecnica irrigua –ha sottolineato Alberto Puggioni, Responsabile Agromarketing di Netafim Italia – In particolare, sono davvero notevoli le implicazioni ambientali connesse alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra: si potrà coltivare riso fuori dal sistema risaia, inserirlo in rotazioni colturali da reddito, produrlo su suoli marginali o addirittura in pendenza con il supporto del sistema Netafim e delle competenze sviluppate in 10 anni di studi nel mondo risicolo”.