Benny Dall'America

USA. Il “nostro” Benedetto Croce

Ogni volta che ero costretto a visitare una biblioteca per la raccolta di materiale utile per i miei articoli,quasi inavvertitamente mi fermavo nell’angolo riservato ai poeti e filosofi di casa nostra.. Occorre fare una piccola premessa:gli Stati Uniti hanno le migliori biblioteche del mondo,le piu’ fornite,le piu’ comode.Quando pensavo alle nostre,trascurate,abbandonate,mi vergognavo. Poi pero’,quando

le simpatiche e cortesi professoresse addette alla cura del “luogo sacro” (come molti americani definiscono una biblioteca) appuravano che io ero “paesano” di Croce e d’Annunzio,allora mi sentivo importante. Gia’,perche’ Benedetto e Gabriele sono “presenti” in tutta la cultura americana,dal liceo alle piu’ importanti universita’.

Croce abruzzese filosofo e critico (nato a Pescasseroli il 25 febbraio del 1866)  che piu’ di ogni altro ha influenzato
la cultura italiana nel Novecento.Seguito molto attentamente il suo profondo
concetto contenuto ne “La critica”. Poi “La religione della liberta” che per gli americani significa una netta opposizione al fascismo,anche se Croce inizialmente lo aveva  approvato.Del pescarese poeta ebbe dapprima a scrivere belle parole di encomio,piu’ tardi cambio’ pensiero e lo defini’,quasi brutalmente,”un giovane che non ha i numeri per emergere”.
Ministro della Pubblica Istruzione,senatore,l’omino di Pescasseroli (come lo descrisse una volta il suo partner Giovanni Gentile,
giovane filosofo  destinato a diventare famoso) appartenne al gruppo del PLI,ma nella sua vita non dedico’ molto tempo alla politica,Di Benedetto Croce occorre menzionare i 3 periodi del suo lavoro:gli studi storici,il dialogo con il marxismo,la maturita’ e
revisione della filosofia dello spirito.
Dal 1893 al 1913 Croce convisse con Angelina Zampanelli.Dopo la morte della donna,Il filofoso sposo’ nel 1914 Adele Rossi,che
gli diede cinque figli,un ragazzo e quattro femmine.
Di Pescasseroli ebbe spesso a dire che si trattava di “un paesino pieno di amore,di affetti, di ricordi”. Trascorse gran parte della sua vita a Napoli.dove sviluppo’ la migliore parte delle sue critiche e delle sue riflessioni. Mori’ nella citta’ campana il 20 novembre
del 1952.
Benny Manocchia
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