Nel mezzo delle celebrazioni per il Labor Day,gli americani hanno infilato prima il Nutella Day (gli yankes adorano il nostro prodotto) e poi il “September pizza day”. In verita’ la pizza negli USA non ha proprio bisogno di celebrazioni. Per gli
statunitensi ogni giorno e’ pizzaday.La divorano in 200 milioni spendendo ogni anno qualcosa come nove miliardi di dollari.
Come spesso accade in questa nazione,la mania di aggiungere qualcosa a un prodotto iniziale e’ viva anche per la nostra pizza.
La pizza margherita e’ ormai riservata a pizzerie tutte italiane di New York e Connecticut.Ma dalla California alle Hawaii,dall’Alaska alla Florida le pizze sono anche il risultato di idee personali accoppiate ai prodotti locali che
possono essere usati mentre la pizza cuoce in forno:salame,prosciutto,mortadella e poi trucioli di carne di maiale,tocchi di
petti di tacchino,sardine o tonno,verdure di ogni tipo,pasta alta “alla siciliana” che sembra una fila di pane.
C’e’ poi il business delle franchises,l’acquisto cioe’ di una pizzeria che ha il nome di una delle tante grosse compagnie con la parola pizza nel suo logo.Pagando da 50 a 100 mila dollari potrai aprire il locale con il nome della famosa ditta. In questo campo milioni di dollari cambiano tasca, anche se di tanto in tanto qualche pizzeria e’ costretta a chiudere per problemi di tasse,di competizione ecc.
La storia ci dice che Gaeta fu il primo paese ad usare la parola pizza. Ma rilevamenti archeologici dimostrano che anche Sulmona,
L’Aquila e Penne usavano la parola pizza mille anni dopo Cristo.
Pizza e’ un podotto che gli statunitensi non hanno mai potuto attribuire a una loro scoperta,come per esempio tentarono di fare sul telefono (scoperto da un toscano).E la cosa irrita molti statunitensi!
Benny Manocchia