Autismo. IdO: Deficit primario affettivo e precede quello cognitivo

Ricarca pubblicata su ‘Psychological Reports’ e convegno a Roma il 16-18/10

Roma, 6 ottobre – Nei bambini autistici “il deficit primario si trova al livello affettivo, che precede quello cognitivo”. È questo l’assunto di base che guida il lavoro terapeutico dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), che ribadisce nell’ultimo studio condotto su un campione di 90 bambini (72 maschi e 18 femmine di età compresa tra 2 a 16 anni, valutati durante quattro anni di terapia) la “necessità di attivare una terapia centrata sul corpo, sugli aspetti affettivi e relazionali”. L’articolo dal titolo ‘Assesment of a long-term developmental relationship-based approach in children with autism spectrum disorder’ è stato pubblicato su Psychological Reports, un’importante rivista scientifica americana, ed è possibile leggerlo gratuitamente suhttp://www.amsciepub.com/doi/pdf/10.2466/15.10.PR0.117c15z8.

Nei bambini autistici che hanno meno di 5 anni il “lavoro deve concentrarsi sui blocchi somato-emozionali antecedenti ai processi cognitivi e utili a scoprire il loro potenziale intellettuale”. Migliorano anche i bambini che “iniziano la terapia dopo i 5 anni di età- prosegue l’equipe di studiosi dell’IdO- e la capacità di ragionamento fluido è un importante predittore di sviluppo del quoziente intellettivo. I risultati ci sono e sono emersi con il R-test già dopo due anni di trattamento”. In un disturbo che si manifesta in “un’età così precoce e che minaccia la base della comunicazione con il mondo esterno- afferma Magda Di Renzo, responsabile del servizio terapie dell’IdOl’IdO- è molto difficile identificare tutti le componenti dello sviluppo, perché i vari deficit emotivo-relazionali, comunicativo-linguistici e cognitivi si combinano per determinare comportamenti che non sempre possono essere ben spiegati sulla base delle capacità di ogni singolo soggetto. Ridurre quindi il disturbo a un deficit cognitivo semplice significherebbe ignorarne il potenziale di risposte che i bambini potrebbero dare in situazioni diverse. D’altra parte, attribuire l’autismo solo all’aspetto relazionale significherebbe ignorare il deficit nell’organizzazione delle loro abilità cognitive. Per una migliore comprensione dell’autismo- conclude- è essenziale allora monitorare i cambiamenti che si verificano nello sviluppo socio-comunicativo e cognitivo, e identificare le aree di potenziale e di deficit”.

Il 16, 17 e 18 ottobre la Scuola di specializzazione in Psicoterapia psicodinamica dell’età evolutiva dell’IdO promuove a Roma XVI congresso nazionale su ‘Il processo diagnostico nell’infanzia. Cosa e come valutare clinicamente sintomi e comportamenti del bambino’, quale occasione per presentare i risultati della ricerca unitamente ai test innovativi e alle scale di screening ideati dall’Istituto. Il Congresso sarà visibile gratuitamente in diretta streaming nazionale. Tutte le informazioni sul sito www.ortofonologia.it