USA. In attesa del vincitore
Fanno ridere alcune frasi che i giornalisti usano nei loro servizi sulle chiacchierate (non sono piu’ di tanto) tra i candidati alla presidenza USA. La piu’ frequente:
non ha vinto nessuno,subito seguita da: il candidato dem ha dato risposte migliori (lo stesso per il c andidato del partito opposto).Insomma si tratta di battaglie, per i miei colleghi.La verita’ e’ che cosi’ vogliono i direttori:oggi,specialmente in politica,bisogna sempre,in qualche modo,affermare chi ha vinto,chi invece ne ha prese tante.Piace ai lettori,che non avendo seguito il dibattito, si affidano al
giudizio del cronista.Certo non e’ facile trovare una soluzione,voglio dire: dobbiamo accontentarci chi legge,altrimenti non ti legge piu’ nessuno.La cosa che mi fa pensare e’: come si fa a dare un giudizio su un confronto che dura di solito mezzora e al quale prendono parte diecine di candidati,che si interrompono,gridano e qualche volte arrivano alle mani.Si tratta di trucioli di pensieri in risposta a una domanda:lei pensa che tizio potrebbe essere un buon presidente…well,
certo che bisogna considerare…Interruzione:come fa a porre una tale domanda,qui non siamo per fare gli indovini.? Chiuso il paragrafo e arriva la pubblicita’. Forse sarebbe meglio ascoltare e giungere a una considerazione:chi veramente mi piacerebbe vedere alla Casa Bianca? E giu’ la solita lista,il solito curriculum per mettere in evidenza la carriera del candidato.Ma come ho detto prima,il lettore vuole sentire l’ultimo gong e l’annuncio: stasera ha vinto…
Benny Manocchia