Il presunto ripopolamento di lupi spostati dai Carpazi al Gran Sasso Il WWF: “La solita infondata leggenda metropolitana”

Torna ad avere rilievo sulla stampa l’ormai datata leggenda
metropolitana sul ripopolamento di lupi, questa volta sul Gran Sasso,
con animali provenienti “dai Carpazi o dall’est europeo e
presumibilmente più aggressivi” ad opera di una “fondazione olandese
tra i cui soci spicca anche Alberto di Monaco”. Una notizia, dobbiamo
sottolinearlo per l’ennesima volta, totalmente infondata.

«Si tratta – dichiara il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di
Tizio – di una leggenda, in tutto e per tutto paragonabile a quella
delle vipere che verrebbero lanciate addirittura da elicotteri, per
iniziativa, secondo le varie versioni della stessa infondata
storiella, di volta in volta da Forestale, WWF o altri ambientalisti,
tartufai che vogliono tutelare le loro zone di ricerca e quant’altro
suggerisca la fantasia. Queste due leggende metropolitane sono note da
decenni e periodicamente tornano in auge, sempre sulla base di “si
dice” o di immagini che non provano alcunché. La foto circolata in
questi ultimi giorni in cui si vedono 25 animali in fila indiana, ad
esempio, proverebbe che sono stati avvistati 25 lupi (un numero
eccezionale per l’Abruzzo), ma non certo che si tratti del frutto di
un ripopolamento e meno che mai che si tratti di individui provenienti
dai Carpazi. Tutto questo tralasciando il fatto che la cattiva qualità
rende difficile stabilire dove sia stata scattata l’immagine e persino
quali animali vi siano ritratti».

Non vi sono mai stati interventi di ripopolamento con lupi provenienti
dall’est europeo o da altri Paesi. Il Lupo, specie a serio rischio
estinzione in Italia negli anni ’70, ha visto semplicemente aumentare
il proprio numero e lo spazio occupato perché ne è stata saggiamente e
giustamente vietata la caccia, perché sono aumentate le sue prede e
per la minore presenza dell’uomo in montagna. Dal nucleo storico che
sopravviveva in Abruzzo e Calabria, il Lupo ha “riconquistato” gran
parte dell’Appennino arrivando fino alle Alpi, ricongiungendosi con la
popolazione balcanica. Ancora oggi è tuttavia una specie che ha la
necessità di essere tutelata, dal bracconaggio, dal rischio di
incrocio con i cani vaganti e, purtroppo, anche da notizie
allarmistiche e infondate.

Tra l’altro una associazione di fotografi naturalisti, Studium
Naturae, ha pubblicato sul web la presunta immagine satellitare dei 25
lupi abruzzesi sovrapponendola a un fotogramma del documentario BBC
“Frozen Planet” che appare praticamente identico.