L’Istituto Cinematografico dell’Aquila
“La Lanterna Magica” ha il piacere di invitare
la S.V. alla Conferenza Stampa
di presentazione dell’iniziativa
Memorie di un’artista,
omaggio all’attrice Paola Borboni
Mercoledì 9 Dicembre 2015 – ore 11,00
Museo delle arti e dei mestieri del cinema
Biblioteca Provinciale “S. Tommasi”
Nucleo Industriale di Bazzano – L’Aquila
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Paola Borboni
Attrice
Golese (Parma) 1° gennaio 1900 – Bodio Lomnago (Varese ) 9 aprile 1995.
Figlia di un impresario lirico, fa il suo esordio sulle scene nel 1916 nella compagnia teatrale di Alfredo De Sanctis. L’anno successivo ottiene il suo primo successo sostituendo la protagonista di Dio della vendetta di Scholem Asch. Attrice di grande bellezza ed effervescente temperamento si specializza in ruoli leggeri e brillanti, che continua a rivestire anche nella compagnia di Armando Falconi, cui resta legata dal 1924 al 1929. Clamoroso è lo scalpore suscitato nel 1925 dalla sua apparizione a seno nudo (per la prima volta nella storia del teatro italiano) nella parte della sirena protagonista di Algamarina di Carlo Veneziani. Decisivo è il suo incontro nel 1932 con Ruggero Ruggeri, che la chiama a far parte della sua compagnia ( notevole il suo ruolo in Bassano padre geloso di M. Bontempelli) e la avvia ad una profonda maturazione, trasformandola da attrice brillante in attrice drammatica. Del 1935 è il suo primo, rivelatorio incontro con il teatro di Luigi Pirandello ( in Come prima, meglio di prima), cui rimarrà strettamente legata per il resto della sua carriera, arrivando a costruire nel 1942 una vera e propria compagnia “pirandelliana” specializzata cioè nel mettere in scena le opere dello scrittore siciliano ( particolarmente memorabili le sue prove in Vestire gli ignudi e La Vita che ti diedi) nel secondo dopoguerra la Borboni sempre dotata di sanguigna e inesauribile vitalità, oltre che di spiccata intelligenza ed ironia, prosegue con grande entusiasmo e dedizione la sua attività teatrale ( sarà diretta anche da L. Visconti in Oreste di V.Alfieri, 1949 e da G. Strehler in L’Anima buona di Seuzan di B. Brecht, 1957), senza mai ritirarsi, nemmeno dopo aver raggiunto una venerabile età e perciò trasformandosi, gradualmente e consapevolmente, in una sorta di monumento vivente del teatro italiano. Dopo una disordinata vita sentimentale (travolgente il suo appassionato sodalizio con l’attore Salvo Randone) si decide nel 1972 a sposarsi con il poeta e attore Bruno Vilar. Scandalosamente più giovane di lei di quasi quarant’anni, ma ne resta vedova pochi anni dopo in seguito ad un incidente automobilistico. L’incidente lascia anche lei menomata nel fisico e costretta all’uso delle stampelle, ma non le toglie la voglia di esibirsi in palcoscenico: fra le sue numerose interpretazioni, si segnala una memorabile signora Frola nel Pirandelliano Così è se vi pare (1984) per la regia di F. Zeffirelli; è l’ultima interpretazione della sua vita, nel 1994, è ancora una volta un ‘opera di Pirandello, Il berretto a sonagli. La sua attività cinematografica ha inizio sin dagli anni del muto ed attraversa tutta la storia del cinema italiano, ma ha sempre avuto un’importanza marginale rispetto al teatro. I suoi ruoli sempre di debordante vitalità, ma disegnati con sapiente misura, sono generalmente delle “partecipazioni straordinarie” che le danno agio di mettere in luce le sue qualità di brillante caratterista. Del periodo muto è doveroso citare il serial in otto episodi Gli artigli d’acciaio (1920) di Guerino, che l’ha già diretta in due film dell’anno precedente, Il bacio di un re e Il furto del sentimento. Per la regia di Giuseppe Sterni gira Jacopo Ortis(1918) L’Ora della morte e Sinfonia Pastorale, entrambi del 1921. Fra i numerosi personaggi da lei interpretati nel periodo sonoro si segnalano in particolare la donna russa di Le Sorelle Materassi (1943) di F.M. Poggioli l’oppressiva madre di Simona in Roma ore 11 (1952) di G. De Santis; la donna delle pulizie in Vacanze Romane (1953) di W. Wyler; l’apprensiva madre di Moraldo ne I Vitelloni (1953) di F. Fellini; la madre di uno degli studenti di Terza Liceo (1953) di L.Emmer; la travolgente Rosa ne L’Oro di Roma (1961) di C. Lizzani; la moglie beghina del farmacista in Per grazia ricevuta (1971) di Nino Manfredi; la signora anziana corteggiata da Giannini in Sessomatto (1973) di D. Risi.
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Il Museo delle arti e dei mestieri del cinema
Il Museo delle arti e dei mestieri del cinema, inaugurato all’Aquila il 30 luglio 2014, nasce con lo scopo di conservare la memoria e rendere fruibile il patrimonio accumulato dall’Istituto Cinematografico nella sua trentennale attività. Un luogo magico ed affascinante per tutti coloro che vogliano avvicinarsi a questo mondo anche solo come semplici curiosi della materia ma anche uno straordinario spazio di vita culturale con un’esposizione permanente dei beni culturali della “Lanterna Magica” e con la presenza al suo interno di una piccola sala di proiezione per ospitare registi, realizzare eventi e divenire in breve tempo in città un punto di riferimento per la cultura cinematografica. Uno spazio che contiene notevoli possibilità di sviluppo e la capacità di divenire in breve tempo non solo un nuovo centro di socialità, ma anche un catalizzatore di scambi culturali e punto di riferimento per centinaia di giovani. La dotazione di attrezzature storiche della “Lanterna Magica” proviene da donazioni di privati, da acquisizioni e da una ricerca continua che l’Ente ha condotto nella sua trentennale attività, e comprende proiettori, moviole, tavoli passafilm e cineprese. Il Museo, arricchito con mostre di bozzetti, manifesti e locandine, foto di scena sarà visitabile dalle scuole di ogni ordine e grado, dagli studiosi e professionisti del settore, e dagli appassionati della settima arte guidando lo spettatore in un percorso suggestivo che espone sezioni dedicate ai mestieri del cinema suddivisi nelle sue varie categorie artistiche: Attori, Registi e Costumisti, e nei mestieri tecnici come Montatori, Proiezionisti, Esercenti e Restauratori e un piccolo sguardo alla storia del cinema con i suoi Protagonisti, La Tecnica e I generi cinematografici. Di notevole importanza è l’omaggio ad una bravissima attrice aquilana: Maria Pia Casilio, a cui tra l’altro è stata dedicata la Cineteca dell’Aquila.
L’esposizione è suddivisa in tre parti: Sezione Hollywood, Cinema italiano e La Storia racconta. La mostra si sviluppa in un percorso guidato partendo con La sezione Hollywood dedicata al cinema americano. Due sottosezioni: Teneri e Duri e Bellezze Diverse offrono allo spettatore originali fotografie autografe dei volti maschili e femminili, più famosi dello star system Hollywoodiano, da Chaplin fino a giorni nostri. Durante il percorso sono presenti autentiche macchine da proiezione dell’epoca, strumento magico del proiezionista cinematografico. Posti in ordine cronologico (dai primi proiettori degli albori fino quelli odierni) l’esposizione offre un breve excursus sull’evoluzione tecnica del cinema e della proiezione (dal muto al sonoro, dal 35 mm ai formati più grandi). Accompagnano lo spettatore una presentazione di rare locandine e manifesti dell’epoca (materiale pubblicitario degli esercenti) per esplorare i Generi che hanno reso popolare il cinema americano. Si parte dal Western per passare alla Commedia Americana proseguendo nel Musical fino al periodo della New Hollywood. La seconda parte, “Cinema Italiano“: offre due allestimenti che celebrano le vite artistiche di due famose attrici: Paola Borboni e Maria Pia Casilio e nella sezione il Grande Cinema Italiano: una rassegna di fotografie autografe dedicata ai i volti degli attori italiani più famosi e popolari. Proiettori cinematografici dell’epoca accompagnano il percorso del visitatore, attraverso i manifesti originali del periodo per riscoprire i generi cinematografici italiani: il nuovo cinema d’autore, la commedia all’italiana e il dramma storico. L’angolo “La regia nel cinema” esibisce fotografie autografate da alcuni dei più grandi registi cinematografici mondiali. La sezione Moda e costume ospita i bozzetti originali della costumista italiana Marilù Carteny. Scelti per celebrare il genere italiano più popolare, lo “Spaghetti Western“, la sezione presenta i bozzetti dei costumi dei personaggi di C’era una volta il West di Sergio Leone, Quien Sabe di Damiano Damiani e Porgi l’altra guancia di Franco Rossi. Nella sottosezione La Moda incontra il cinema: una selezione di rare riviste di moda dei primi del ‘900 offre al visitatore una riflessione sull’influenza della moda nel costume cinematografico. La sezione Montaggio presenta un raro cimelio: la Moviola usata dal regista Michelangelo Antonioni per uno dei suoi ultimi film: “Al di là delle nuvole” e nella sezione Restauro un tavolo passafilm con scanner in alta definizione per la preservazione digitale delle pellicole. La terza parte: La Storia racconta, suddivisa in due sezioni ( La tecnica e Le grandi conquiste) offre una rassegna di preziose fotografie, autografi, dipinti e documenti originali appartenuti a grandi personaggi storici che hanno influenzato con le loro storie, le loro opere o la loro tecnica il mondo cinematografico.
L’operazione complessiva trova il conforto ed il sostegno della Direzione per il Cinema del MiBACT, l’apprezzamento della Biblioteca Provinciale “Salvatore Tommasi” che ospita l’esposizione museale e che ne integra la già grande tradizione bibliotecaria aquilana, grazie soprattutto ad una convenzione che ha l’obiettivo di fornire nuove possibilità culturali all’intero comprensorio.