Apprendiamo in queste ore, dagli organi di stampa e non dall’amministrazione comunale o dall’assessorato al turismo che dovrebbero essere i nostri naturali interlocutori, di un incontro diretto ad istituire l’Imposta di soggiorno dove, tra gli altri, hanno partecipato il Sindaco Robert Verrocchio e l’Assessore al Bilancio Claudio Mongia.
Non ci risulta si sia mai discussa con gli operatori l’introduzione dell’imposta nel nostro Comune e pertanto, nuovamente, l’Amministrazione preferisce non condividere gli obiettivi e le strategie legate allo sviluppo turistico con i portatori di interesse. Siamo stanchi di subire decisioni che vengono prese dall’alto, senza la minima e dovuta concertazione.
Nel merito, siamo contrari all’introduzione dell’imposta di soggiorno perché contribuirebbe a far perdere competitività alla rete turistica di Pineto, soprattutto qualora le città limitrofe confermassero l’idea, per la prossima stagione estiva, di non istituire questa ulteriore batosta.
Oltretutto sarebbe sbagliato applicarla già nel 2016 perché alberghi, residence e campeggi hanno già concluso da Settembre 2015 i contratti per la prossima stagione e quindi per quest’anno l’imposta andrebbe a pesare solo sulle spalle degli operatori, contravvenendo pertanto al decalogo per la corretta applicazione dell’imposta, che ne consiglia la sua comunicazione con almeno 12 mesi di anticipo. Senza considerare che la tassa di soggiorno grava esclusivamente sui turisti ospitati nelle strutture classificate, a vantaggio del turismo sommerso.
La gestione complessiva dell’imposta pesa economicamente sulle strutture turistiche, questo poiché gli hotel dovrebbero sostenere sia il costo delle commissioni bancarie legate al pagamento dell’imposta tramite carta, sia l’aumento di burocrazia e di lavoro legato alla sua riscossione.
Ulteriore preoccupazione desterebbero poi i tanti casi fallimentari in cui i proventi sono diventati la panacea di tutti i mali di bilancio dei comuni e non sono stati affatto utilizzati pro turismo.
Oltretutto, secondo le ultime indagini dell’Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno soltanto per il 17,1% dei turisti italiani non fa differenza la presenza o meno della tassa di soggiorno, il 26,8% afferma di tenerla in considerazione al momento della prenotazione, per il 43,1% degli italiani tutto dipende da quanto si deve pagare come tassa di soggiorno mentre il 13% afferma di cambiare destinazione se c’è la tassa di soggiorno. La ripercussione negativa che potrebbe causare sull’economia locale una eventuale riduzione delle presenze turistiche che alimentano tutte le attività che sono collegate al settore sarebbe pertanto pesante.
Gli alberghi – sottolinea l’Associazione Albergatori – già soffrono di problematiche serie da affrontare: l’eccessiva tassazione, il costo del lavoro, l’adeguamento alle norme di sicurezza, l’accessibilità al credito e, non per ultimo, il costo della spazzatura che aumenta ogni anno in maniera esponenziale influendo in maniera abnorme sui bilanci delle strutture turistiche.
A queste si aggiunga l’assenza di una seria politica di attrazione, di rilancio dell’accoglienza, la mancanza quasi totale di promozione turistica territoriale che, negli anni, è stata portata avanti solo grazie ad iniziative imprenditoriali private. Nostro malgrado non ci troviamo a discutere di piani di promozione turistica, di fiere di settore, di portale turistico, di itinerari, di problemi legati all’erosione della costa, di workshop e applicazioni dedicate al turismo in linea con quelli che sono i nuovi standards richiesti dai viaggiatori. Ci troviamo invece a chiedere ai turisti soldi per servizi pubblici inadeguati.
Auspichiamo anche che la Consulta sul Turismo e Commercio, convocata per la prima volta subito dopo le recenti notizie sull’imposta, non venga utilizzata ad appannaggio della tassa di soggiorno.
Chiediamo pertanto un incontro urgente al sindaco Robert Verrocchio. Attendiamo di parlargli, raccogliendo ancora una volta il suo personale invito alla collaborazione e alla concertazione rivoltoci spesso durante la campagna elettorale per la sua elezione, dove peraltro non si è mai parlato di imposta di soggiorno.