NOI VEGLIAMO PER LA COSTITUZIONE, ALTRI PER LA DISCRIMINAZIONE
PIAZZA DELLA REPUBBLICA-PESCARA (Di fianco Stazione Vecchia)
SABATO 5 DICEMBRE, ORE 16.30
Il 5 dicembre, alle ore 16.30, presso Piazza della Repubblica si terrà un presidio contro l’omofobia e a favore dei diritti per tutti e tutte. Saranno in piazza a manifestare diverse realtà sociali e politiche allo scopo di porre all’attenzione della cittadinanza il tema, attualissimo, della lotta alle discriminazioni derivanti dell’orientamente sessuale. Comprendiamo che la diversità possa ingerare timori, paure e particolari turbamenti ma teniamo a riaffermare con forza che è nelle differenze,nelle pluralità e nelle diverse possibilità espressive (um ane, sociali e culturali) che si fonda il principio stesso del nostro esistere, dello stare assieme, della vita.
Vogliamo ricordare che l’omofobia, la violenza di genere, la transfobia e tutte le pratiche discriminatorie comportano nella vita concreta esclusione, violenza e dolore. Ci sembra assurdo che, ancora oggi, ci sia necessità di legiferare per la tutela di diritti fondamentali delle persone, ed ancora più assurdo che alcuni si oppongano, con bizzarre, infondate e pericolose motivazioni, a queste tutele.
Per queste ragioni saremo in Piazza e invitiamo la cittadinanza a intervenire, i singoli o altre realtà ad aderire e partecipare.
Aderiscono:
Jonathan Diritti Inmovimento
Collettivo Studentesco Pescara
SO.HA – GiovaniCittadiniAttivi
Abruzzo SocialForum
ARCI Pescara
Giovani Democratici Pescara (GD)
Sinistra Ecologia Libertà – Circolo di Pescara
Giovani Comuniste/i Pescara
Amnesty International Pescara
Sel Abruzzo
Canal G
Cgil Pescara
Arcigay Chieti – Sylvia Rivera
Arcigay Pescara
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Questo è scritto nella Costituzione italiana, all’articolo 3, uno dei fondamentali. è un principio bello e sano, parla della voglia di una società migliore, più giusta e più aperta. Quella che oggi tutti dicono voler proteggere dalla violenza fondamentalista. La pari dignità sociale e l’uguaglianza spettano a tutte le persone, comunque la pensino politicamente, uomini o donne, ricche o povere, bianche o nere, parlino l’italiano o altra lingua, credano nel Dio cristiano o in altro Dio, o non credano affatto. Si chiede loro d’esser oneste, solidali e di non far del male agli altri. Semplice.
C’è però chi monta la guardia perché teme che le ‘condizioni personali’ siano soggette a pari dignità. Sono le Sentinelle in piedi, scolorita imitazione dei Veilleurs debout francesi, quanto di più lontano, dai principi di libertà, uguaglianza e fraternità che da oltre duecento anni hanno offerto linfa vitale alla nostra cultura civile. A loro non piace che tra le condizioni personali da tutelare vi sia quella dell’amare l’altro a prescindere dal genere: che donna ami donna o uomo ami uomo, per loro questo è ammesso fino a che la cosa non acquista dignità sociale, cioè quella parità e quell’uguaglianza delle quali parla l’articolo 3 della Costituzione.
Le Sentinelle vegliano per questo. Vegliano perché non vi siano in Italia leggi che favoriscono la parità vera nelle unioni, anche tra le persone omosessuali e perché non si approvi la legge che punisce l’omofobia. Un atteggiamento subdolo e di offesa che s’insinua quotidianamente nella vita di almeno un decimo della popolazione o che spesso vi entra in modo violento e criminale.
Ci dicono, le Sentinelle, che la legge contro l’omofobia vieterebbe la libertà d’espressione. è falso! In realtà vogliamo che si discuta e si approvi un provvedimento legislativo anti-discriminatorio che persegua atteggiamenti omofobi, assunti in qualsiasi ambito civile.
Da un sondaggio condotto dall’Unione europea tra persone omosessuali e transessuali, il 96% di quelle italiane si è sentito offeso dall’ascolto di battute quotidiane, il 91% da un certo fraseggio della politica, il 79% da espressioni di vero e proprio odio mentre il 69% avrebbe subito aggressioni o molestie. Nella scala europea, siamo tra i peggiori. Tutto questo accade anche grazie al fatto che il nostro Paese è colpevolmente ritardatario nell’emanazione delle leggi per il riconoscimento delle unioni civili, che quasi tutti i Paesi europei hanno già approvato. Nelle piazze italiane qualcuno sta in piedi perché altri vivano in ginocchio. Noi no. Oggi stiamo in piedi perché l’articolo 3 della Costituzione italiana non venga svilito, perchè venga applicato integralmente.
C’è chi si sente in guerra con qualcuno e pensa che debba far la sentinella. Noi no, noi non siamo in guerra, vogliamo l’uguaglianza e la pacifica convivenza. Tra i tuoi amici e famigliari, lo dicono statistiche ormai consolidate, uno su dieci è omosessuale o vive con disagio il proprio genere. Pensaci e chiediti se ritieni giusto che viva sentendosi discriminato e offeso.