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Teramo. LO SCUDO D’ABRUZZO. FASTI E DOCUMENTI DI UNA COMPETIZIONE DI MOTOCICLISMO (1935-1961)

a cura di Federico Adamoli

Tanti teramani conoscono il Circuito del Castello, la gara di automobilismo che si disputò a Teramo tra il 1949 ed il 1961. Molti meno di essi ricordano lo Scudo d’Abruzzo, competizione di motociclismo che vanta una storia non meno importante e gloriosa. Disputatosi per la prima volta nel 1935, fu una manifestazione dal carattere prettamente fascista, dato che il regime, con lo scopo di portare la motocicletta verso il popolo, attuò negli anni Trenta una vera e propria opera di propaganda a favore di questo mezzo di locomozione che incarnava lo spirito fascista meglio della più borghese automobile. Lo Scudo d’Abruzzo, con i suoi 1600 chilometri di tracciato, portò la motocicletta in giro per le strade abruzzesi ed il successo fu immediato tanto che alla seconda edizione, già considerato come una delle competizioni di regolarità più importanti d’Italia, ebbe l’onore di essere immortalato dalle cineprese dell’Istituto Luce.

Dopo le prime tre edizioni improntate sulla regolarità lo Scudo si votò alla velocità, disputandosi dapprima sulle strade di Civitella del Tronto (1938) e quindi a Teramo, su un tracciato ribattezzato come Circuito del Castello, proprio quello che negli anni del dopoguerra accolse la più famosa gara di automobilismo. La prima parte della storia dello Scudo d’Abruzzo si chiuse nel 1940 con la sesta edizione, disputata a poche settimane dall’entrata in guerra dell’Italia. Tornò nel 1946 sulle strade di Giulianova, dato che Teramo non fu in grado di sistemare adeguatamente il circuito. Anche in questa occasione l’Istituto Nuova Luce inviò i suoi operatori a riprendere le immagini della gara, e questo testimonia ulteriormente la reputazione che lo Scudo d’Abruzzo si era guadagnato in quegli anni.

All’edizione del 1946 seguì una lunga eclissi. Dimenticata per quasi dieci anni, la manifestazione venne riproposta nel 1955 come prova del campionato juniores di velocità. In quegli anni furono numerosi i campioni in erba che si cimentarono e vinsero sulle strade teramane durante la “settimana motoristica”: dai fratelli Ernesto e Vittorio Brambilla ad Alberto Gandossi, a Orlando Ghiro, detentore di numerosi record mondiali di velocità. La storia dello Scudo cessò definitivamente nel 1961, quando le gare motoristiche su strada vennero di fatto bandite per problemi di sicurezza. Una storia affascinante quella dello Scudo d’Abruzzo, ricca di storia e di risvolti variamente curiosi, riscoperta nella pubblicazione di Federico Adamoli (“Lo Scudo d’Abruzzo. Tra storia e sport, fasti e documenti di una competizione di motociclismo (1935-1961)”, 115 pagine, euro 8,50) che ripercorre le dodici edizioni di questa gloriosa competizione, in un agile racconto arricchito da documenti, note storiche e da un CD con oltre 100 tra immagini e documenti. Il supporto digitale comprende inoltre dei contenuti extra: una raccolta di quasi 900 immagini tratte da Il Solco (Immagini e notizie, 1922-1943) e una piccola biblioteca digitale con alcuni dei più importanti volumi di storia teramana, tra i quali spicca la monumentale storia di Teramo di Nicola Palma. Lo Scudo d’Abruzzo – presentato sul portale internet www.abruzzoinmostra.it – può essere richiesto all’indirizzo scudo@adamoli.org 

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