Il Vice Ministro all’Economia, intervenendo sabato 3 aprile in Ferrara ad una affollatissima assemblea pubblica di risparmiatori, cittadini, associazioni economiche e sociali ha fatto sapere che tra le ipotesi al vaglio del Governo vi sarebbe quella di strutturare un piano di aiuto ai territori colpiti dal provvedimento di risoluzione delle 4 vecchie banche.
“L’effetto è stato quello di un cataclisma – ha affermato Morando – e non sarebbe fuori luogo aprire un confronto tra sindaci, presidenti delle Regioni e governo per parlare di un intervento straordinario su quelle aree, per limitare gli effetti di una vicenda che nella pratica equivale a un terremoto. Porto la disponibilità del governo su questa ipotesi”.
Bene. E’ da mesi che evidenziamo la stretta connessione fra il futuro delle 4 banche e i territori dove sono storicamente insediate, richiamando l’attenzione e l’iniziativa delle Autonomie locali e delle associazioni economiche e sociali del territorio.
More solito, invece, constatiamo l’ennesima “disattenzione” del Governo nei riguardi delle Associazioni sindacali dei lavoratori, Confederazioni e sindacati di Categoria.
Nel contempo, il Vice Ministro avrebbe espresso il convincimento che serva ‘moral suasion’ nei riguardi delle 4 Nuove Banche affinchè riconoscano al vecchio azionariato dei warrant o altre forme di compensazione delle vecchie perdite.
Affermazione interessante che andrebbe chiarita, a cominciare dai destinatari. Cosa intende il Vice Ministro per vecchio azionariato ? Quali gli strumenti di intervento da parte delle 4 Nuove banche ? Quali criteri, escludendo – si spera – la trattativa privata individuale ?
Già il 30 marzo , nel corso di un incontro con una delle Associazioni dei risparmiatori, il direttore dell’Unità di Risoluzione e gestione delle crisi di Banca d’Italia , De Polis avrebbe dichiarato che si sta anche lavorando in questa direzione e che la strada dell’emissione di nuovi titoli a favore dei risparmiatori azzerati,prevedendo un impegno, in tal senso, da parte dei futuri acquirenti, potrebbe essere percorribile.
“Se mettessimo per legge una clausola sociale a favore dei vecchi dipendenti o del vecchio azionariato – ha affermato Morando – determineremmo un crollo del valore delle nuove banche, che trasformerebbe in carta straccia queste ipotesi”.
“Se si pretendesse di scrivere per legge quelle ipotesi,- ha aggiunto -significherebbe non trovare più alcun nuovo acquirente e condannare al fallimento l’intero processo”.
Anche qui, more solito, il rigetto di “ clausole sociali “ a favore dei dipendenti. Neppure un richiamo alla “ moral suasion “ per quanto riguarda il destino dei lavoratori!
Eppure il Governo e Banca d’Italia hanno ripetutamente motivato i provvedimenti di risoluzione citando i circa seimila dipendenti e il migliaio e passa di occupati indiretti.
Come va intesa dunque la “ nuova “ posizione del Governo e di Banca d’Italia ( di fatto “proprietaria” delle 4 Nuove Banche attraverso il Fondo di risoluzione, finanziato con le anticipazioni del sistema creditizio ) ?
Stiamo parlando di interventi ulteriori e complementari a quelli ( insoddisfacenti ) che avrebbero recato i decreti attesi per il 31 marzo u.s. ? Quali sono i termini del “ confronto “ in corso fra i principali attori della vicenda ?
Noi ribadiamo ( per l’esattezza dal 26 novembre scorso ):
- Ristoro integrale per gli obbligazionisti subordinati non professionali e non istituzionali e dei piccoli azionisti;
- Crediti in sofferenza. Revisione del valore stabilito nell’ambito dei provvedimenti di risoluzione del 22 novembre 2015 (appena il 17,6% del nominale contro il 40% iscritto a bilancio dalle Amministrazioni straordinarie) ;
- Vincolo all’utilizzo a favore dei risparmiatori delle plus valenze derivanti dalla gestione dei crediti in sofferenza (profitti che verranno riversati nel Fondo di risoluzione gestito dalla Banca d’Italia e finanziato dal sistema bancario ) e, ove necessario, dalla cessione sul mercato delle nuove banche;
- Cessione delle 4 Nuove Banche e delle società controllate e partecipate. Chiarezza sulle condizioni dell’offerta e sui criteri di selezione delle manifestazioni di interesse. Priorità a chi garantisce focalizzazione e radicamento sul territorio e salvaguardia dei livelli occupazionali e delle condizioni di lavoro.
Circa 7.000 lavoratori fra occupazione diretta e indotto ( e relative famiglie ) sono una componente strutturale dell’economia dei territori colpiti dal fallimento delle 4 vecchie banche. E’ lavoro che crea lavoro.
Che non si pensi di trasformare i lavoratori in effetti indesiderati di bombe intelligenti……., tanto più dopo avere chiesto loro sacrifici economici e drastici ridimensionamenti dei diritti a fronte del salvataggio delle rispettive aziende.
Arezzo, Chieti, Ferrara, Jesi, 4 aprile 2016
Le Segreterie degli organismi sindacali aziendali FISAC/CGIL dei gruppi
Nuova Banca Marche – Nuova Banca Etruria – Nuova CariFerrara – Nuova CariChieti.