Comitato abruzzese “Vota SÌ per fermare le trivelle”
del 18 aprile 2016
Risultati significativi nonostante i tempi ristretti, il mancato election day e la disinformazione
“Oltre 13 milioni di italiani vogliono una Italia diversa e più pulita”
Il regalo ai petrolieri delle concessioni “eterne” è in contrasto con la direttiva europea 22/94 sulla concorrenza nel settore degli idrocarburi e dovrà comunque essere cambiata
Dalla Costa dei Trabocchi segnali incoraggianti anche nell’ottica dell’atteso Parco Nazionale
Il Comitato abruzzese “Vota SÌ per fermare le trivelle”, all’indomani della consultazione referendaria, sente il dovere di ringraziare le decine e decine di attivisti e di cittadini che hanno portato avanti in queste settimane l’impari battaglia contro una massiccia campagna di disinformazione e di incentivo al non voto portata avanti persino dal presidente del consiglio.
Il risultato elettorale, alla luce delle oggettive difficoltà, del tempo ristretto a disposizione e della scellerata scelta di evitare l’election day, costata milioni al solo scopo di scongiurare il raggiungimento del quorum, va letto positivamente. 13.334,764 italiani (e tra questi 325.025 abruzzesi) hanno chiesto col loro sì al Governo di rivedere la politica energetica e le scelte strategiche per il futuro. Un esecutivo che abbia a cuore le sorti e i desideri dei cittadini non potrà non tenerne conto.
Entrando nel merito il mancato raggiungimento del quorum non ha consentito di completare il successo che il movimento referendario – formato da Regioni, associazioni e tantissimi cittadini – aveva già ottenuto costringendo Governo e Parlamento a reintrodurre il divieto alle trivelle entro le 12 miglia e ad accogliere altre delle richieste contenute nei cinque referendum sui quali non siamo stati più chiamati a votare. Resta in sospeso la questione della durata “eterna” delle concessioni, che consente ai petrolieri di evitare gli ingenti costi di smantellamento. Una normativa in palese contrasto con la direttiva 94/22/CE che regola la concorrenza nel settore degli idrocarburi. Sarà forse necessario un ricorso alla Corte europea ma sarà inevitabile che l’Italia si adegui in tempi non troppo lunghi, a meno che non voglia incorrere in una procedura di infrazione facendo pagare ai cittadini, dopo i milioni bruciati per il mancato election day, anche una multa per il mancato rispetto degli accordi internazionali.
Ci preme infine sottolineare che il risultato abruzzese è stato superiore a quello nazionale, con il 35,4% degli elettori che ha partecipato alla consultazione referendaria. Brillante in particolare il risultato, in provincia di Chieti, dei Comuni direttamente o indirettamente coinvolti nell’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina: diversi hanno superato il 50% dei votanti e molti altri hanno sfiorato questa quota. Un segnale evidente per chi continua a ritardare la perimetrazione con assurdi pretesti. I cittadini, o almeno la stragrande maggioranza tra loro, vogliono il Parco dei Trabocchi e non quello delle Trivelle. L’auspicio è che anche la politica tutta, dal livello locale a quello regionale e nazionale, sappia prenderne finalmente atto.
Il Comitato abruzzese “Vota SÌ per fermare le trivelle”
—