In occasione dell’Anno degli Oceani (1998), proclamato dall’ONU, l’artista Francesco Guadagnuolo ha prodotto quattro opere pittoriche: “Oceani: quattro quadri per quattro movimenti” con la collaborazione del compositore Franco Mannino che gli ha fornito gli spartiti autografi della sua Sinfonia degli Oceani, op. 322 dedicata a Elisabeth Mann Borgese fondatrice dell’International Ocean Institute di Malta.
L’artista è sempre stato sensibile alla tutela dell’ambiente in merito ai pericoli che incombono sul nostro pianeta Terra, come il buco di ozono, così per l’effetto serra, le modificazioni genetiche, la scomparsa di forme di vita, l’impoverimento dei Paesi bisognosi per la promozione di un’economia equa. Dal 1997 Guadagnuolo è stato chiamato come artista al Senato per L’Intergruppo Parlamentari per il Giubileo per il quale ha realizzato diverse opere, tra le quali l’opera “Il Debito Estero” – verso una nuova solidarietà, consegnato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan. L’opera è esposta permanentemente nella prestigiosa Sede dell’ECOSOC del Palazzo di Vetro di New York, dedicata alla promozione dell’economia e all’avanzamento dei Paesi bisognosi. Così l’arte italiana è presente, in uno dei luoghi di maggior prestigio al mondo, la sede dell’ONU, anche con Francesco Guadagnuolo, come già era avvenuto in precedenza con la scultura “Inno alla Vita” di Giacomo Manzù e con la scultura “Sfera con sfera” di Arnaldo Pomodoro, installata all’esterno dello stesso Palazzo.
In questo caso Guadagnuolo sensibile ai principali rischi che incombono sulla vita dei mari e degli oceani, come l’inquinamento, lo sfruttamento fuori da ogni misura della pesca e quindi delle risorse, i cambiamenti climatici e tutte le azioni sbagliate che provocano gli squilibri dell’ecosistema della vita marina. L’artista ha voluto dedicare agli oceani quattro grandi opere che misurano ciascuna 100 x 130 cm, lavori commoventi se pensiamo allo stato d’animo dell’artista nel realizzarle. Ognuna è un movimento musicale dove sono inserite le partiture autografe del M° Franco Mannino, che attraverso i toni dei colori sembra ascoltare le note musicali della sinfonia del compositore: il lento Preludio dell’Oceano Antartico che si dirada nella condizione glaciale ambientale; l’Adagio per l’Oceano Indiano ricco di tonalità che variano dai blu agli ocra con immagini del globo terracqueo, l’Allegro dell’Oceano Atlantico movimentato da pennellate di colore e dall’azione del segno, e l’Allegro non troppo in un’atmosfera delicata e argentea per l’Oceano Pacifico. Guadagnuolo ha reso una realtà o meglio una trans-realtà tra immagine, segno, colore e musica così da far leggere l’opera d’arte globalmente, attivando nello spettatore un modo nuovo di accostarsi all’opera d’arte. Inoltre Guadagnuolo ha affrontato un tema delicato, quello dell’inquinamento che sta a cuore soprattutto agli ambientalisti e scienziati di tutto il mondo. I mari sono oggi in pericolo e ne consegue un rischio per la vita in generale, compreso l’uomo. Oltre a considerare che il pianeta che abitiamo è in pericolo, dobbiamo valutare che un altro non c’è per sostituirlo.