La presidente della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, on. Michela Vittoria Brambilla, non solo esprime “pieno sostegno” alla proposte, avanzate dal gruppo di FI alla Camera, di Installare un sistema di videosorveglianza all’interno degli asili nido e delle strutture socio-assistenziali per anziani e disabili, per garantire, nel rispetto Della privacy, la sicurezza delle strutture, ma rafforza il pacchetto di norme con una proposta di legge depositata nei giorni scorsi (AC 3162) che inasprisce le pene per chi commette reati “a danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o ospitate presso comunità”.
“L’installazione di videocamere di sorveglianza – sottolinea l’ex ministro – darà un contributo importantissimo non solo alla repressione, ma anche alla prevenzione di reati che giustamente destano un fortissimo allarme sociale. Di fronte a fatti di tali gravità non può essere un alibi la tutela della privacy, messa peraltro a dura prova da un passeggiata nel centro di una qualunque città italiana. Se le vie pullulano di telecamere, non si vede perché non si possano piazzare anche in scuole ed ospizi, dove sono potenzialmente esposti ad abusi utenti indifesi come i bambini o gli anziani. Forza Italia è da sempre in prima linea nella tutela dei soggetti più deboli ed anche in questo caso dimostra la propria attenzione ad un tema che tocca la maggioranza delle famiglie italiane”.
Ad avviso della presidente della bicamerale infanzia, è egualmente necessario inasprire le pene per gli autori di questi reati. “Troppo spesso – sottolinea l’ex ministro – le cronache ci ricordano l’esigenza, ormai davvero pressante, di rafforzare la tutela dei soggetti più deboli affidati alle cure di personale pubblico o privato. Gli abusi compiuti su bambini, ragazzi, anziani e disabili nelle scuole, negli ospedali, in istituti di cura, in comunità residenziali sono particolarmente odiosi e meritano di essere puniti con maggiore severità. Il codice penale, all’art.61, già prevede un’aggravante per delitti contro la persona commessi “all’interno o nelle adiacenze di istituti di istruzione o di formazione”. Con la proposta di legge che ho depositato – conclude l’on. Brambilla – si aggiunge un nuovo caso: “L’avere commesso il fatto in danno di persona ricoverata presso strutture sanitarie o presso strutture socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali ovvero in danno di soggetto minore ospitato presso comunità familiari o comunità socio-educative”.