Fondazione Aria presenta
“Officina del suono”. Massimiliano Di Carlo
28 luglio, ore 21
La sua musica proviene da una ricerca fatta di studi e viaggi nel mondo della musica di tradizione orale, incuriositi da tutti gli ambiti in cui il suono svolge la funzione di consacrare le occasioni importanti del vivere quotidiano. Massimiliano Di Carlo proviene da una formazione accademica di cui ha criticamente e rispettosamente valutato l’incoerenza con il mondo odierno in cui, a suo avviso, c’è l’esigenza di fermarsi ad ascoltare, uscendo dal vortice di ricerca del nuovo e del progresso tecnico; comunica tutto ciò viaggiando e suonando, creando un proprio percorso, ancora in attesa di trovare una casa, che vuole riscoprire la bellezza, la funzione sociale e spirituale del suono. Il linguaggio, ispirato dalla musica tradizionale, è semplice, la voce diventa strumento creando diplofonie e triplofonie, suonando e risuonando in ambienti piccoli, per creare un ascolto in cerchio capace di “far scendere il suono” nelle dita di chi suona, nelle bocche di chi canta e nei piedi di chi balla.
Musicista e ricercatore di culture e musiche di tradizione orale. Conclude gli studi musicali classici nel 2005 diplomandosi in tromba al
onservatorio Piccinni di Bari, iniziando poi un’attività negli ambiti orchestrali, lirico-sinfonici e cameristici terminata nel 2014, suonando sotto la direzione di importanti direttori quali Riccardo Muti, Kurt Masur.
Nel 2010 inizia una ricerca sullo strumento-voce slegato dagli aspetti sintattico-verbali e dai canoni estetici convenzionali, stimolata da un perocorso didattico proposto da
Paolo Speca al
nservatorio D’Aunnunzio di Pescara e dall’ incontro e successiva frequentazione d
Tran Quang Hai (
icercatore e musicista del centro nazionale di ricerca musicale di Parigi), dal quale apprende le tecniche del canto difonico.
Nel 2013 parallelamente all’attività artistica svolta in ambito classico nasce, assieme al pianista e sound-designer Stefan Roslmair, il duo elettroacustico A Dark dress con il quale inizia una ricerca e un’attività concertistica basata l’improvvisazione e la composizione estemporanea; tale percorso si è concretizzato e concluso nel 2015 con esecuzioni pubbliche in festival internazionali (Teatro Carlo felice di Genova e Punkt festival a Wroclaw in Polonia) con un forte interesse da parte dei critici
ontano e Festinese delle riviste musicali “Jazzconvention” e “Musica Jazz Italia”.
Dall’ incontro e collaborazione con Pierluigi Virelli e il gruppo musicale Cantunera avvenuto a Berlino nel 2013, inizia una ricerca etnomusicologica sul campo a contatto con il mondo agro-pastorale dell’Italia centro-meridionale; da qui intraprende un percorso, ancora in atto, di apprendimento del canto, ballo e modo di suonare e costruzione gli strumenti usati nella tradizione musicale orale; tale percorso si basa su una costante ricerca svolta sul campo affiancata alla consultazione e collaborazione con sociologi ed etnomusicologi.
Attualmente tiene seminari in
onservatori e centri culturali in Italia, Germania e Polonia. Si esibisce in performance musicali con artisti quali Amelia Cuni, Werner Durand, Veronika Otto, Tran Quang Hai, Filomena Campus e Ganesh Amanda.
In occasione del concerto sarà possibile visitare tutte le sedi espositive di “Why patterns”
Why patterns? Il suono come linguaggio visivo.
con William Basinski e James Elaine, Richard Chartier, Nicola Di Croce, Francesco Fonassi, Matteo Nasini, Fabio Perletta, Roberto Pugliese, Christina Vantzou, Triac
a cura di Simone Ciglia, Francesca Lilli, LUX (Carla Capodimonti, Marco Marzuoli), Barbara Nardacchione
17 luglio – 11 settembre 2016
Varie sedi: Città Sant’Angelo, Penne, Pescara