Teramo e Provincia

A Castelli convegno sul rilancio e il futuro dell’artigianato artistico e inaugurazione 52esima Mostra Mercato dell’artigianato artistico “Artigianato: quale futuro?”

 

Le proposte del mondo delle istituzioni per il rilancio dell’artigianato artistico

 

Il rilancio e il futuro dell’artigianato e in particolare quello artistico oggi in profonda crisi a causa della congiuntura economica negativa e il futuro dell’artigianato ceramico di Castelli che ha risentito come tutta la Provincia di Teramo delle conseguenze negative del sisma del 2009 sono stati i temi convegno dal titolo “ Artigianato: quale futuro?” Le proposte del mondo delle istituzioni per il rilancio dell’artigianato artistico” che si è svolto sabato 30 luglio in piazza Roma a Castelli seguita dall’inaugurazione della 52esima Mostra Mercato dell’artigianato artistico. Un’iniziativa promossa dal Comune di Castelli con il patrocinio del Consorzio Bim  che è stata un’importante occasione di incontro e dibattito tra le varie istituzioni, territoriali, nazionali ed europee che hanno fatto il  punto della situazione discutendo delle problematiche, i punti di forza e le criticità dell’artigianato artistico italiano ponendo un accento sulla situazione di Castelli, un’eccellenza che da secoli dà lustro all’Abruzzo e all’Italia con la presenza nei più importanti musei del mondo, e fornendo nuove prospettive per una strategia di rilancio.

“ L’artigianato artistico e in particolare quello di Castelli è un settore da tutelare, difendere e promuovere che deve continuare a splendere perché porta con sé un enorme capitale di conoscenze e tradizioni tramandate da generazioni, storie di vita e passione, un pezzo di storia gloriosa del territorio” – ha affermato Rinaldo Seca, sindaco di Castelli – “ La soluzione per il rilancio di Castelli che noi dell’amministrazione stiamo portando avanti è la costituzione di un consorzio tra tutte le aziende del territorio”.

 

Nonostante nella nostra provincia hanno chiuso in quattro anni 1400 imprese e non riusciamo ad agganciare la piccola ripresa che si respira in Abruzzo sono moderatamente ottimista” –  ha dichiarato Gloriano Lanciotti, direttore CNA Teramo – “ Teramo e Castelli possono ripartire se si riesce a creare una rete di responsabilità e di sinergia tra istituzioni, imprese, università e associazioni del settore iniziando proprio dalla formazione”.

 

“Castelli deve trovare una continuità e troverà un futuro” – ha sottolineato Giandomenico Di Sante, presidente della Camera di Commercio di Teramo – “ Noi cercheremo di dare il contributo massimo, ma ci deve essere una grande determinazione da parte di tutti”.

 

Nel dibattito affrontando la situazione di Castelli è stata ribadita e posta all’attenzione dei relatori la condizione di sofferenza delle aree interne che risentono ancora di più della congiuntura negativa.  “ Dobbiamo supportare le peculiarità del territorio impegnandoci per le aree interne” – ha spiegato Sandro Mariani, capogruppo PD in Consiglio regionale – “ la Regione sta mettendo in campo proposte di defiscalizzazione e fiscalizzazione di vantaggio per le attività economiche e commerciali delle aree montane”.

 

“ Bisogna investire sulla nostra montagna” – ha ribadito Domenico Di Sabatino, presidente della Provincia di Teramo – “ Lo sviluppo artigiano qui a Castelli potrebbe passare attraverso la creazione di un brand che permetterebbe alle aziende di unirsi e di presentarsi nel mercato virtuale”.

 

C’è un futuro per l’artigianato artistico? “ L’artigianato ha un futuro ” –  ha sostenuto Stefano Collina, senatore della Repubblica e presidente Associazione Italiana Città della Ceramica – “ L’importante è saper cogliere la ripresa che è a “ macchia di leopardo” quindi selettiva e recuperare la formazione. Inoltre bisogna dare importanza al marchio di qualità che è un valore aggiunto sul prodotto”.

 

“ La formazione e l’integrazione culturale devono passare per i gemellaggi tra Castelli e i paesi europei” –  ha concluso Dino Di Gregorio, presidente Istituto europeo “ Robert Schuman” –  “ perché la cultura fa camminare l’economia”.

 

 

 

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