Con nota del 25.07.2016, la TE.AM. S.p.A. ha iniziato un procedimento disciplinare (conclusosi con il licenziamento) nei confronti del nostro Segretario Provinciale di Teramo, reo, secondo l’azienda, di essere l’autore di alcuni commenti pubblicati, in diverse date dell’anno 2014, sul sito internet www.certastampa.it lesivi dell’immagine dell’azienda e dei suoi vertici attraverso indirizzi i.p. ed e-mail (non appartenenti peraltro al dirigente sindacale e non a lui in alcun modo riconducibili) sotto lo pseudonimo di Alibrando.
Il riferimento al nostro Segretario Provinciale quale autore di tali commenti sarebbe stato comunicato all’azienda datoriale da un altro operaio, il quale peraltro fu sottoposto a procedimento disciplinare nel febbraio 2015 per i medesimi fatti.
Nel merito si rileva che il procedimento che ha portato alla rescissione dal rapporto di lavoro non è stato sostenuto da adeguata documentazione idonea a provare la presunta condotta illecita ascritta al citato dirigente sindacale (dichiarazione della polizia postale circa la proprietà e/titolarità degli indirizzi i.p. dichiarazioni del provider, dichiarazioni del collega ecc.) giacché la TE.AM., in violazione del diritto di difesa e di accesso ai ai dati personali non ha fornito all’incolpato l’accesso al fascicolo disciplinare malgrado abbia inoltrato due richieste di accesso per il tramite dell’Avv. Alessandra Giunco.
E’ del tutto evidente che la TE.AM. S.p.A. non ha affatto provato la titolarità o la riconducibilità al Segretario Provinciale Fiadel degli indirizzi i.p. e-mail utilizzati dal “commentatore” Alibrando.
Su tali basi si ritiene che il licenziamento irrogato al nostro dirigente sindacale sia, nelle motivazioni del tutto infondato e pretestuoso tanto da farci credere che si sia colta l’occasione per punire un lavoratore scomodo, un Rappresentante dei Lavoratori anche membro della R.S.U. aziendale molto attivo nel segnalare disfunzioni e problematiche.
La FIADEL nel condannare l’accaduto si riserva la possibilità di adire in ogni sede, nessuna esclusa, e contro chiunque per la tutela dell’immagine, dell’onorabilità nonché delle libertà e prerogative sindacali.