E’ stato inaugurato domenica 11 dicembre il Musec – Museo dei Costumi del Molise, un progetto culturale su cui, da diversi anni, la Regione Molise e la Provincia di Isernia hanno investito al fine di trovare collocazione museale alla prestigiosa collezione raccolta in anni di appassionate ricerche da Antonio Scasserra, un giovane collezionista che è riuscito, fin dalla sua adolescenza, a reperire dei rarissimi esemplari di costumi femminili di uso festivo e nunziale, che si collocano in un arco cronologico che va dall’Unità d’Italia alla Prima Guerra Mondiale.
La collezione museale comprende circa 40 costumi completi femminili, diversi pezzi d’abbigliamento, una corposa raccolta di fotografie e documenti d’epoca e oltre mille pezzi di oreficeria popolare antica. Si tratta di reperti straordinari, per bellezza, rarità e ricchezza delle finiture, in grado di rappresentare anche una rilevante testimonianza della cultura popolare del nostro Molise, nonché di quei comuni matesini del casertano, in primis Letino e Gallo Matese, che vantano la stessa matrice culturale.
A precedere l’inaugurazione del nuovo spazio espositivo, collocato al piano seminterrato del palazzo della Provincia, un interessante convegno introdotto dai saluti istituzionali delle autorità presenti: il padrone di casa, il presidente della Provincia di Isernia Lorenzo Coia ha concluso il suo intervento rimarcando che “la cultura va vista come una risorsa che produce altre risorse e non come una spesa”.
Al convegno hanno preso parte tra gli altri il professore Sebastiano Martelli dell’Università degli Studi di Salerno, che ha incentrato il suo intervento sul ruolo e le funzioni dei musei etnografici, l’architetto Angelo Martinino, che ha curato la progettazione dello spazio, il professore Giuseppe Pardini dell’Università degli Studi del Molise che collabora alla conduzione scientifica del museo, il dottor Antonio Scasserra direttore del museo e il dottore Leandro Ventura, dirigente del Servizio Tutela del patrimonio demoetnoantropologico e immateriale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha rimarcato l’unicità dell’esperienza molisana nella quale una collezione privata diviene patrimonio della collettività. “E’ insolitamente esaltante – ha affermato Ventura – vedere un collezionista rendere alla fruizione pubblica una collezione di tale portata culturale e ricchezza di materiali. Il Ministero darà grande attenzione a tale esperienza che ben rientra nell’assoluta centralità che il ministro Franceschini ha destinato ai beni demoetnoantropologici”.
Di grande interesse anche l’intervento del vicepresidente della Provincia di Isernia, dottor Cristofaro Carrino, che ha posto l’accento sulla visione che ha guidato l’intero progetto: la cultura è il pilastro al quale ancorare la crescita del territorio. “Siamo convinti che ogni progetto di valorizzazione culturale debba ricomprendersi all’interno di un progetto più complesso di sviluppo sociale ed economico della comunità, che prende l’avvio dalla predisposizione, intorno a un attrattore culturale, del sistema dell’accoglienza, ovvero di tutti i beni e i servizi necessari affinché quell’attrattore culturale possa trasformarsi in prodotto turistico e produrre economie. Il Museo – ha continuato Carrino – sarà il luogo ideale a partire dal quale attuare quel progetto, costruendo finalmente un’offerta turistica integrata dei territori ad esso connesso, anche di quelli che si trovano oltre i confini regionali. Il Museo sarà luogo privilegiato per lo svolgimento di attività culturali; per la prosecuzione della ricerca; per la creazione di una rete di servizi congiunti tra musei e siti d’interesse storico; per il recupero e la valorizzazione dei prodotti tipici e della cucina tradizionale; per il rilancio dell’artigianato artistico; per la promozione delle altre risorse culturali e ambientali; per la didattica e la formazione professionale; per intessere e rinsaldare i rapporti con le comunità di molisani all’estero e per attuare progetti nel sociale”.
Il Museo, è bene sottolineare, è una delle poche strutture perfettamente accessibili ai disabili motòri, inoltre c’è già un’intesa con la sezione provinciale dell’Unione Italiana Ciechi per renderlo fruibile anche ai non vedenti.
“Il nome museo – ha concluso il vicepresidente – gli sta un po’ stretto e non rende appieno l’idea che abbiamo di esso come luogo aperto, dinamico, cui far confluire idee, persone e progetti”.
Le conclusioni della manifestazione sono state affidate a Paolo Di Laura Frattura presidente della Regione Molise, promotore insieme alla Provincia della realizzazione del museo che ha sottolineato come l’attenzione prestata dalla Regione al tema della crescita culturale del territorio non sia soltanto un’enunciazione di principi ma si sostanzia nella cospicua quantità di risorse destinate proprio alla cultura dal patto per il sud, grazie al quale sarà possibile progettare azioni per garantire una prospettiva al museo.
Il Museo sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 13.00 e il martedì e giovedì anche dalle 15.30 alle 17.30, nonché su prenotazione al numero 0865.441381 per qualunque giorno o orario diversi. Prevede un costo d’ingresso con visita guidata pari € 4,00, inoltre, è’ previsto un biglietto ridotto per studenti e gruppi di almeno 15 persone (€ 3,00) e per ragazzi fino a 14 anni (€ 2,00). Guide turistiche, insegnanti accompagnatori, tesserati e accompagnatori di portatori di handicap hanno ingresso omaggio; inoltre, ogni prima domenica del mese tutte le tariffe sono ridotte del 50%.