La COPAGRI abruzzo, nella persona del Presidente regionale D’Amico
in un suo comunicato ci informa dello sforzo compiuto dalle
Organizzazioni agricole per formulare proposte unitarie di modifica di
un non ben precisato Piano di contenimento degli ungulati (cinghiali da
suggerire all’Assessore Pepe. Immaginiamo volesse riferirsi alle
proposte di modifica del “Regolamento regionale sul prelievo degli
ungulati” depositate in C.R. da Pepe con altri Consiglieri regionali
ed
in discussione in Terza Commissione Consigliare.
Le preoccupazioni di D’Amico sulla unitarietà d’intenti degli
ATC
che lo spingono a dettare loro le decisioni da assumere “Lo
sforzo….deve essere imitato anche dagli ATC.” non avrebbero avuto
modo
di esistere se le Organizzazioni agricole, da cui lui aveva avuto delega
per l’occasione, avessero accettato l’invito ad elaborare
controdeduzioni e suggerimenti alla Terza Commissione unitariamente,
visto che negli ATC il mondo agricolo e quello venatorio operano insieme
nella gestione della fauna selvatica.
Così purtroppo non è stato, comunque tranquillizziamo il Presidente
D’Amico: Gli ATC hanno prodotto le loro osservazioni unitariamente.
La salvaguardia delle colture agricole, al pari della salvaguardia
del territorio sono i primari obbiettivi che gli ATC devono conseguire.
Ma non si perseveri nell’errore di continuare a ritenere l’attività
venatoria solamente una passione, è ora per tutti di riconoscere e
giustamente valutare il ruolo sociale che i cacciatori, a proprie spese,
perseguono: Il controllo del soprannumero degli animali selvatici sul
territorio, per i motivi già detti, ma anche e non secondariamente, per
la salvaguardia della loro sanità che metterebbe a rischio anche la
salute dell’uomo.
Le Associazioni venatorie faranno come sempre la loro parte, ma si
sappia che non si consentirà a nessuno, Pepe in testa, di assumere
decisioni escludendo le rappresentanze del mondo venatorio.
Ci piacerebbe sapere cosa ne penserebbero le Organizzazioni
agricole se per problemi dell’agricoltura si consultassero altre
Organizzazioni e non le loro.
Anche nell’iniziativa dei sindaci del Chietino, vantata da
D’Amico,
si è dimenticato di riferire che in quell’incontro, riportato
giustamente dal Prefetto nell’alveo della legalità riguardo le
competenze, le Associazioni venatorie non furono invitate.
Soprassediamo sulle altre considerazioni di D’Amico, non
gioverebbe
a nulla e a nessuno, ma consideri che potrebbe capitare che quando si
vuole entrare nella tecnicità di argomenti che non si conoscono, si
corre il rischio di mettere a nudo i propri limiti e qualche cattivo
pensatore, cosa lontana dal nostro pensare, direbbe che di tuttologi è
pieno il nostro paese e non si sente certo il bisogno di aggiungerne altri.
In conclusione, provi ad immaginare il Presidente D’Amico cosa
capiterebbe se i cacciatori la smettessero con la loro “passione”.
Per fortuna di tutti il mondo venatorio e quello agricolo operano e
collaborano in perfetta sintonia ben conoscendo le problematiche in
campo, le unità o disunità nei due mondi nulla incidono su quel che c’è
da fare, e sappia il buon Presidente D’Amico che sempre le decisioni
negli ATC vengono assunte unanimemente con i delegati di COPAGRI,
COLDIRETTI e CIA, con buona pace di chi preferisce dividere anzichè unire.