Venerdì 16 Dicembre 2016 alle ore 18,00 il Salotto culturale “Prospettiva Persona” nella sala Conferenze del Vescovado in P.za Martiri a Teramo, conclude la serie autunnale ” il Venerdì dantesco” con un fuori programma Dante e Beatrice: percorso di due anime dalla Vita Nova
Attori Rossella Zagami e Giuseppe Bisogna
Flauto Piergiacomo Mattiucci
Regia di Giuseppe Bisogna
La S.V. è invitata |
Approfondimento
Dante e Beatrice, il Sommo Poeta e la sua musa ispiratrice, si stagliano come giganti nel nostro immaginario comune e nel panorama letterario mondiale. Sono diventati due personaggi, dietro ai quali però ci sono innanzitutto due persone in carne e ossa: da una parte Beatrice Portinari, detta Bice, figlia di Folco, andata sposa giovanissima a Simone De’ Bardi e morta presumibilmente di parto all’età di 24 anni nel 1290; dall’altra Durante, poi Dante, figlio del cambiavalute Alighiero di Bellincione e di Bella degli Abati, di famiglia agiata ma di secondaria importanza nella élite fiorentina.
Alla base di questo spettacolo c’è il mio amore per Dante, un amore nato tra i banchi del liceo grazie ad un fortunato incontro con un professore che me lo ha sempre fatto sentire come un uomo, prima che come argomento di studio, un amore per cui ho approfondito la Divina Commedia per più di dieci anni, partendo dalla perfezione della sua forma metrica per ritornare al cuore della materia, un cuore tutto umano che mi fa scoprire due persone vere, che vissero un amore nato da uno sguardo all’età di nove anni, un amore alimentato da un semplice saluto all’età di diciotto anni, un amore fatto di poche parole dirette e tante parole scritte, un amore che attraversa la lontananza e che vince la morte diventando eterno…
Altra particolarità, da cui nasce questo spettacolo, è la ricorrenza del numero nove nella storia dei due protagonisti:
“Molte fiate lo numero de lo nove ha preso luogo tra le parole dinanzi, onde pare sia non sanza una ragione… più sottilmente, questo numero fue ella medesima. Lo numero del tre, fattore per sé medesimo de li miracoli, cioè Padre e Figlio e Spirito Santo li quali sono tre e uno, è la radice del nove… questa donna fue accompagnata da questo numero del nove a dare ad intendere che ella era uno nove, cioè uno miracolo”…(Dante, Vita Nova)
Dante è più vecchio di lei di nove mesi, la vede per la prima volta a nove anni, la rivede a diciotto… alla ricorrenza di questo numero, aggiungo il mio stupore nello scoprire che tutti i risultati della tabellina del nove, sommati tra di loro, danno sempre nove… per questo lo spettacolo inizia con Beatrice bambina che, saltellando la corda, ripete come una filastrocca la tabellina del nove…
Beatrice è la prima donna a lasciare una traccia indelebile nella nascente letteratura italiana ed è straordinariamente presente in tutta l’opera dantesca, sia quando è oggetto vivo del suo amore, sia quando il poeta decide di non parlarne più “infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com’ella sae veracemente” (Dante, Vita Nova)… Affermazione, questa, che la fa divenire primo motore immobile della composizione della Divina Commedia, fino a diventarne personaggio ed essere l’ultimo tramite che conduce Dante a Dio.
Guardando un quadro da vicino, si vedono i segni delle singole pennellate e si intuisce la fatica del pittore; leggendo le parole della Vita Nova, “guardandole” da vicino, ho provato a disegnare il ritratto di Dante e della sua amata, nel pieno rispetto del suo linguaggio, sperando così di togliere sacralità letteraria a una storia d’amore realmente accaduta circa 750 anni fa…
- B.