Associazione Culturale “Ambasciatori della fame”
Pescara, 10 dicembre 2016
“Riportiamoli in … Abruzzo” … contro la vergognosa e colpevole dimenticanza.
STORIE DELLA NOSTRA EMIGRAZIONE
Luigi Rantucci cadde sulla “trincea del lavoro” in Canada nel 1922. Era nato nel 1875 ad Ovindoli (AQ).
Quando gli Stati Uniti ritennero di “arginare” una sempre crescente immigrazione il Canada decise, invece, di rendersi più disponibile verso nuovi arrivi. Questo atteggiamento non fu il prodotto di una grande amorevole accoglienza bensì frutto di una necessità. Necessità di mano d’opera e soprattutto di una nuova popolazione che andasse ad abitare un territorio sterminato. Gli italiani risposero, comunque, in maniera entusiastica spinti da motivazioni economiche. Si calcola che solo nei primi anni del ‘900 furono 150.00 gli italiani che scelsero il Canada come loro nuovo “sogno”. Tra questi Luigi Rantucci nato sicuramente ad Ovindoli (Aq) e probabilmente il 10 gennaio del 1875 (Nel libro “This Colossal Project: Building the Welland Ship Canal, 1913-1932” si fa risalire la sua nascita al 1865). Luigi era arrivato, una prima volta, ad “Ellis Island” nel 1902 sulla nave “Sicilia”. Successivamente raggiunse il Canada dove trovò lavori più remunerati. Nel 1919 tornò in Italia dove era rimasta Rosa sua moglie. Nel 1920 fece di nuovo ritorno in Canada dove giunse, sempre tramite una sosta ad “Ellis Island”, sulla “Duca degli Abruzzi”. Questa volta con lui arrivò anche il figlio, ventiquattrenne, Emilio. I due si stabilirono inizialmente a Quebec City dove trovarono una comunità proveniente da Ovindoli. Qualche tempo dopo Luigi Rantucci andò a lavorare alla costruzione dell’imponente “Canale di Welland” (“Welland Ship Canal”) che, in maniera navigabile, collegava il lago Ontario al lago Eire. Il 7 gennaio 1922 Rantucci caddè da un traliccio mentre lavorava al blocco 7 nella sezione 3. Nella caduta riportò la frattura del cranio. Fu trasportato all’ospedale. Inizialmente le sue condizioni sembrarono stabilizzarsi ma poi peggiorarono rapidamente e il 14 gennaio, pochi giorni dopo il suo 47 ° compleanno, il cuore di Luigi cessò di battere. Un’inchiesta determinò, non poteva essere altrimenti, che la sua morte era da ritenersi “puramente casuale”. In realtà in quel cantiere le misure di sicurezza erano totalmente inesistenti. Fu un nipote, Tommaso Rantucci, a dover provvedere al riconoscimento della salma e alle successive pratiche burocratiche. Oggi il corpo di Luigi Rantucci riposa, come quella di tanti altri caduti nella costruzione del “Welland Ship Canal”, in una tomba anonima del “Victoria Lawn Cemetery” della cittadina di St. Catharines. Oggi, almeno idealmente, lo restituiamo alla sua terra.