“La moneta cattiva scaccia quella buona”. Dall’assunto teorizzato dal mercante e banchiere inglese Thomas Gresham, il procuratore capo della Repubblica di Lecce Cataldo Motta ha iniziato il suo intervento nell’ambito del convegno Impresa, qualità e reddito: Nuove norme sul lavoro agricolo” di Coldiretti Abruzzo e Osservatorio Agromafie, che si è svolto ieri pomeriggio a L’Aquila nella sala della Bper banca. Un esordio in cui Motta ha voluto evidenziare che, “in regime di concorrenza, se non ci sono regole l’impresa cattiva sovrasta quella buona”: un riferimento chiaro alla recentissima Legge 199/2016 – tema principale dell’incontro – che disciplina e regolamenta il lavoro in agricoltura anche prevedendo pene più severe e rigorosi controlli “in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”. Una normativa complessa, come è stato evidenziato nel corso del convegno, ma anche come ha sottolineato Romano Magrini, capo area delle politiche del lavoro della Confederazione nazionale di Coldiretti, un “importantissimo tassello nel percorso di trasparenza e legalità che deve essere alla base del lavoro dell’impresa agricola” ridisegnando diritti e doveri per le tantissime aziende agricole assuntrici di manodopera. Come a dire: cibo buono da impresa buona ed onesta.
Così, in un auditorium affollato di imprenditori agricoli ma anche di anche numerosi esperti e professionisti, si sono succeduti, oltre alla relazione di Motta e magrini, gli interventi di Fabrizio Di Marzio, consigliere Corte di Cassazione; Chiara Ciavolich, presidente di Coldiretti Pescara; Maria Antonietta Fusco, Dirigente Servizio Affari Dipartimentali Regione e Dino Pepe, assessore alle politiche agricole, mentre a fare gli onori di casa è stato il direttore di Coldiretti abruzzo Giulio Federici.
Così, il procuratore Motta ha evidenziato che la vecchia normativa necessitava di interventi sulla base del principio costituzionale della “ragionevolezza” e delle mutate dinamiche sociali quali per esempio l’aumento negli ultimi anni di entrata di lavoratori extracomunitari e del loro impiego nel settore agricolo ma, nello stesso tempo, Motta ha evidenziato con forza l’importanza di provvedere al più presto ad aggiustamenti.
Fabrizio Di Marzio, concordando con il procuratore di Lecce, ha invece aggiunto, che “vanno previste ulteriori norme soprattutto a tutela dell’imprenditore “vittima” che viene in alcune situazioni addirittura costretto ad assumere manodopera irregolare”, mentre Magrini ha ricordato la necessità di tutelare tutta la filiera anche attraverso l’etichettatura obbligatoria che è la stella polare del vero made in Italy alimentare a vantaggio delle aziende italiane in regola che subiscono, sempre di più, la concorrenza sleale di aziende estere non soggette a controlli restrittivi come quelle italiane e molto spesso collegate a fenomeni di sfruttamento del lavoro”. Dalla situazione nazionale, nel corso del convegno si è poi fatto il punto sull’Abruzzo. La Ciavolich ha evidenziato che i fenomeni di sfruttamento del lavoro accertati in Abruzzo sono rari ma che è comunque necessario prevenire le irregolarità in agricoltura, per cui mai abbassare la guardia soprattutto nei confronti dei lavoratori extracomunitari che sono maggiormente colpiti”. La Fusco, dopo una breve disamina della legge, ha illustrato il protocollo di intesa partenariale coordinato dal servizio affari dipartimentali sui fenomeni di intermediazione illecita del lavoro in agricoltura che tra le altre cose prevede l’instaurarsi di una Rete di lavoro agricolo di qualità tra i diversi soggetti coinvolti dal protocollo, mentre Pepe ha concluso ricordando che “la Regione Abruzzo si è dimostrata sempre sensibile verso la tutela del lavoratore e delle imprese serie ed oneste” evidenziando l’importanza di un settore sempre più trainante per l’economia italiana e abruzzese, con 120mila occupati nel settore agricolo regionale, e sottolineando come l’attenzione normativa che viene posta a tutti i livelli – nazionale e regionale – dimostri che la trasparenza e la legalità insieme alla tutela del made in Italy siano strumenti indispensabili per rafforzare la distintività delle nostre produzioni.
A margine dell’incontro, una riflessione sul lavoro nei campi da un punto di vista infortunistico. Dai dati emersi, risulta che in Abruzzo sono 1306 gli infortuni che si sono verificati nei campi nei primi dieci mesi del 2016, con un calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Un dato che conferma un trend che, negli ultimi 5 anni, ha visto diminuire del 21% (dal 2011 al 2015) il numero degli incidenti in agricoltura (elaborazione Coldiretti Abruzzo su dati Inail): un dato che, come è stato evidenziato nell’incontro, è sicuramente collegato alla maggiore professionalità raggiunta dalle aziende negli ultimi anni e alla grande opera di sensiblizzazione e prevenzione attuata nelle e dalle aziende agricole.