MASTROFRANCESCO E LE COLPE DEGLI ALTRI
Si è saputo che nel Bilancio del Comune per la quadratura dei conti mancano 900mila euro. La colpa pare non sia del modo di spendere, di aver elargito contributi, di amministrare attività sempre e soltanto passive – non importa se Mercato Ittico, Piscina, Impianti sportivi – senza mai chiedersi se il fenomeno dipendesse, eventualmente, dalla logica amministrativa adottata. La colpa non è certamente del bajon. Di chi, allora? Lo ha scoperto l’amministratore Unico Mastromauro: è colpa dello Stato. Sì, perché di recente ha soppresso l’imposta di soggiorno, già prevista in entrata dal Comune.
Premesso che a suo tempo il Sindaco – perdurante il sonno profondo del pseudo PD – preferì condannare i cittadini al pagamento della sosta ogni qualvolta si spostassero sul ‘proprio’ territorio (non è forse casa loro il suolo di Giulianova?) per poi incassare, tra l’altro, circa 200mila euro l’anno quando se ne potevano ottenere 400mila facendo pagare ai villeggianti, non ai giuliesi, meno di un caffè al giorno, si è perso tempo prezioso nel condurre inutili trattative con altri comuni, anche di diverso colore politico (messo che quello di Giulianova ne abbia uno), i cui contenuti suscitavano sentimenti oscillanti tra l’indignazione e la derisione.
Sulla base della mia esperienza di presidente dell’Azienda di Soggiorno, in Italia e all’estero (principalmente Germania, Inghilterra, Francia, Svizzera, Austria), posso affermare che nessuna Agenzia turistica ha mai fatto obiezione sull’imposta di soggiorno applicata in Italia. Neppure gli albergatori, consapevoli che l’imposta sarebbe stata addebitata al cliente (come oggi l’Iva) e poi utilizzata dall’Azienda di Soggiorno per iniziative di promozione turistica a tutto vantaggio primario degli alberghi. Probabilmente la loro fiducia nell’Azienda del Turismo era diversa da quella che oggi viene riservata al Comune.
Eden Cibej