Il dibattito sulla sanità teramana, in particolare sugli ospedali, diventa sempre più complicato da posizioni fortemente strategiche tese solo alla difesa di interessi particolari con proposte che lasciano sconcertati.
Per qualche tempo era passata l’idea che poteva essere costruito un nuovo importante ospedale in un’area fra Teramo e Giulianova destinato a riferimento per l’intera Provincia ed oltre.
Tale scelta sarebbe stata caldeggiata dall’ambizione di poter disporre di un complesso in grado di competere in eccellenza con l’area Pescara-Chieti e con Ancona e dal buon senso visti i costi per la messa a norma degli ospedali attuali di Teramo e Giulianova.
Da questo piano sarebbe rimasto in vita l’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero quale baluardo per la mobilità passiva verso le Marche e perché l’unico a norma e tutt’ora fortemente produttivo.
Da definire il ruolo dell’ospedale di Atri.
Poi i dissensi sull’area dove costruire il nuovo ospedale, se più vicino a Teramo oppure a Giulianova ed ecco l’ennesima giravolta di alcuni politici.
Due soli ospedali, uno a Teramo ed un altro a Giulianova.
Atri e Sant’Omero ridimensionati, ambulatori, riabilitazione, lunga degenza.
È incredibile come alcuni nella politica possano arrogarsi con grande disinvoltura il diritto di decidere per tutti, pensando ad una Val Vibrata supina e pronta a recepire i desiderata degli altri territori.
L’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero non si tocca e non si ridimensiona.
Chiunque voglia saggiare la nostra compattezza, la nostra determinazione e il confine delle nostre azioni a difesa dei cittadini non ha che da continuare con le provocazioni.
La classe politica della Val Vibrata è più matura, più riflessiva, più rispettosa degli altri.
Noi non abbiamo mai sostenuto che quattro ospedali sono troppi e che, salvi noi, devono essere chiusi o fortemente ridimensionati o Atri o Giulianova o Teramo.
Agli amici della politica di Teramo e di Giulianova ci permettiamo di suggerire maggiore lealtà dei comportamenti e la condivisione nelle scelte.