TERAMO. Emergenza neve e sisma. Urgente riavviare in sicurezza l’attività didattica a Teramo.
È davvero sconcertante prendere atto di come gli eventi naturali smascherino politiche dissennate.
Una nevicata eccezionale, sebbene ampiamente prevista, unita a ripetute scosse telluriche, ha messo a nudo la pochezza di coloro che ci amministrano da decenni: assenza di prevenzione; carenza di mezzi per fronteggiare l’emergenza; assenza di coordinamento fra i vari livelli di governo; incapacità conclamata di gestione sia dell’ordinario che della crisi.
Il risultato sono i morti che continuiamo a contare, i danni incalcolabili all’agricoltura, agli allevamenti, all’intero sistema produttivo, agli edifici pubblici e al patrimonio edilizio privato.
In Abruzzo non è mai esistita una cultura della prevenzione, una attenzione appena sufficiente alla manutenzione vista quale strumento di cura e salvaguardia del territorio. È soprattutto per questo che oggi ci troviamo immersi in una situazione che definire da dopoguerra è quantomai appropriato, se solo si consideri quale vero e proprio evento bellico il susseguirsi al potere di classi dirigenti inadeguate e impreparate.
L’analisi e l’approfondimento sulle cause dell’emergenza e dei disastri verificatisi in Abruzzo sarà lunga e certosina, ma adesso più della polemica occorre innanzitutto consentire il riavvio delle attività didattiche con la massima urgenza, non solo perché l’anno scolastico rischia di essere compromesso, ma soprattutto perché è necessario dare continuità di insegnamento e di apprendimento a tutti gli studenti di ogni ordine e grado.
È noto che gli edifici scolastici dovranno subire controlli e verifiche accurati prima di poter essere riaperti alle attività ordinarie, ma sin da subito appare non procrastinabile un piano di comunicazione con le famiglie e una piattaforma informatica per consentire l’interazione fra insegnanti ed alunni.
Al contempo è fondamentale allestire strutture provvisorie per la ripresa delle attività didattiche, adoperando ogni mezzo e ogni accorgimento per poter ripartire: dalle tensostrutture alle tende riscaldate, dall’utilizzo temporaneo di locali pubblici e privati idonei allo scopo alla programmazione di turni pomeridiani nelle scuole che sono sismicamente sicure.
Altrettanto urgente chiedere al Ministero della Pubblica Istruzione e al Dipartimento della Protezione Civile di approntare nel più breve tempo possibile i M.U.S.P., ovvero i Moduli ad Uso Scolastico Provvisori, strutture prefabbricate che sostituiscono temporaneamente le scuole danneggiate o comunque inagibili (asili nido, scuole d’infanzia, scuole primarie, scuole secondarie di primo e secondo grado, istituti professionali, tecnici, convitti, conservatori.
Frattanto, solo agli esiti di tutte le verifiche sugli edifici scolastici è rimessa la decisione tecnica circa la riapertura delle scuole sicure nonché sulla messa in sicurezza delle altre.
In ogni caso, è chiaro sin d’ora che molte scuole abbisognano di ingenti investimenti che non sarà né agevole né rapido reperire ed utilizzare per il raggiungimento del minimo di vulnerabilità sismica e del massimo indice di resistenza. Inoltre in questo momento è doveroso che tutto il personale scolastico e le maestre degli asili comunali siano messi nelle massime condizioni di sicurezza e che rientrino negli edifici scolastici dopo idonea verifica di tecnici. In questo senso preme fare un appello al Sindaco affinchè tutto il personale ATA e le maestre degli asili nido comunali, non siano costretti a lavorare in strutture non ancora verificate e, quindi, potenzialmente pericolose. Si richiede, pertanto, un tempestivo intervento in tal senso.
Appare, inoltre, non ulteriormente rinviabile la discussione sulla realizzazione di un Polo scolastico di avanguardia.
A tale riguardo, analizzando la cartina di Teramo, l’area che appare più consona allo scopo anche ad un occhio non esperto non può che essere quella della ex Villeroy nel quartiere Gammarana, zona servitissima per i mezzi di trasporto sia su gomma che su ferro, ma anche dotata di adeguata viabilità con l’apposita uscita della tangenziale. A ciò si aggiunga che l’area ha un’ampiezza enorme per poter ospitare qualsiasi ipotesi costruttiva, anche qualora si volesse ivi convogliare l’intera popolazione scolastica comunale, né va dimenticato che i limitrofi impianti sportivi dell’Acquaviva risulterebbero utilissimi per l’integrazione con le attività didattiche.
Gran parte di quell’area è ancora di proprietà dell’ex Consorzio per lo Sviluppo Industriale, oggi Agenzia Regionale per le Attività Produttive (ARAP), per cui un coordinamento con la Regione Abruzzo potrebbe consentire una rapida e condivisa soluzione che dia una prospettiva al futuro della scuola nel capoluogo.
Chiediamo a tutte le Autorità, dal Sindaco al Governo nazionale, il massimo impegno e la massima sollecitudine anche per evitare quello spopolamento della città (in favore della costa adriatica) che troppi drammi stanno rendendo drammaticamente reale.
Maria Cristina MARRONI
Consigliere comunale di “Teramo 3.0”
Fabio BERARDINI
Consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle