Cultura & Società

Collezione Giuseppe Iannaccone | ELENA PONTIGGIA. Tra realtà e utopia. L’opera di Birolli nella Collezione Iannaccone | martedì 14 febbraio, ore 18:30, Triennale di Milano

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ARTE IN ITALIA NEGLI ANNI TRENTA

INCONTRI, DIALOGHI, CONFERENZE

a cura di Elena Pontiggia

 

Secondo incontro

ELENA PONTIGGIA

Tra realtà e utopia. L’opera di Birolli nella Collezione Iannaccone

 

La Triennale di Milano

martedì 14 febbraio 2017

ore 18.30

 

 

Fino al 14 marzo 2017 La Triennale di Milano ospita Arte in Italia negli anni Trenta, un ciclo di incontri a cura di Elena Pontiggia pensato come occasione di approfondimento in relazione alla mostra Collezione Giuseppe Iannaccone. Italia 1920-1945. Una nuova figurazione e il racconto del sé, curata da Alberto Salvadori e Rischa Paterlini – curatrice della Collezione Giuseppe Iannaccone – e in corso alla Triennale fino al 19 marzo 2017. Tutti i martedì professori, ricercatori e giovani studiosi ripercorreranno alcune tappe fondamentali della storia dell’arte italiana tra le due guerre.

 

Durante il secondo appuntamento dal titolo Tra realtà e utopia. L’opera di Birolli nella Collezione Iannaccone, che si svolgerà domani, martedì 14 febbraio, alle ore 18.30, nell’area lettura allestita all’interno delle sale espositive, Elena Pontiggia approfondirà le vicende personali e artistiche di Renato Birolli (Verona, 1905 – Milano, 1959), artista centrale all’interno della Collezione Giuseppe Iannaccone. Di lui si può dire, partendo dai capolavori conservati in collezione, che è stato un pittore dell’utopia e insieme della realtà. L’arte, cioè, muove dalla vita quotidiana, semplice, perfino dimessa (un sasso trovato per terra), ma la accende di una dimensione fantastica, intrisa di senso del mistero e del divino: un sentimento, quest’ultimo, che si può intendere anche laicamente, come una visione innamorata della realtà, una sorta di segreto entusiasmo vitale.

 

“Ho conosciuto l’avvocato Iannaccone, nel suo studio che allora incrociava via Cesare Battisti, vicino al Palazzo di Giustizia. Da quel momento ho visto entrare nella sua collezione molti capolavori: di Birolli e non solo, anche se della sua raccolta Birolli è stato e rimane, per così dire, l’emblema. L’Arlecchino, Tassì rosso, le Periferie, I poeti, La nuova Ecumene, Il caos, le Maschere, la Signora col cappello non sono solo vertici del percorso dell’artista, ma paradigmi di un modo di intendere la pittura come colore, pathos, ricerca esistenziale, secondo quel neo-romanticismo che attraversa tanta arte italiana degli anni trenta e ha una delle sue capitali a Milano.” Elena Pontiggia

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