Abruzzo, Italia, Lettere

I Nastrini Rossi docenti incontrano la Ministra. Lettera aperta

 

 

I Nastrini rossi docenti (Nrd) abruzzesi incontrano oggi a Città Sant’Angelo (PE) la ministra Valeria Fedeli, accompagnati dall’assessore all’istruzione regionale Marinella Sclocco. Un incontro che è solo l’ultimo di una lunga serie. Di nuovo per ribadire che i docenti dei nastrini rossi sono una brutta stortura della legge 107/2015, un effetto collaterale di una legge frettolosa e poco attenta alle reali esigenze della scuola pubblica. Per questo i Nrd continuano ad avere l’attenzione degli amministratori locali attenti alle dinamiche scolastiche e sociali dei propri territori. I Nrd abruzzesi anche questa volta consegneranno alla Ministra una lettera aperta a nome di tutti i gruppi del sud (Puglia, Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata) nella quale è scritto che continuano a nutrire perplessità sulla volontà di non dare le assegnazioni provvisorie in deroga a tutti, al fine di garantire un regolare avvio del prossimo anno scolastico. Queste affermazioni continuano a far sentire i Nrd rei di essersi affidati allo Stato e ora, in tutta risposta, si ritrovano ad essere precari di ruolo, quasi tutte donne, con un’età media di 45 anni e con meno certezze di prima. Con 1300 euro al mese viene chiesto loro di lasciare i propri affetti, per andare in zone in cui lo stipendio certamente non può bastare a tenere aperte due case, ad affrontare i continui e costosi viaggi di chilometri e chilometri, a vivere con dignità. I Nrd nuovi poveri. Il rapporto Eurispes del 2017 dichiara che il 48,3 % delle famiglie non riesce ad arrivare a fine mese e, se la soglia di povertà relativa si aggira intorno alle 1200 euro al mese, con il loro spostamento in massa si darà il via a una vera e propria emergenza sociale, tutta del Sud. La straordinarietà creata dalla legge 107/15 non si è affatto conclusa. I Nrd, in coda a tutti, forzatamente “deportati” al nord (a differenza degli ex immobilizzati che hanno scelto volutamente la provincia in cui diventare di ruolo), gli unici nella storia scolastica. I Nrd non pagheranno per gli errori degli altri. Come non sono loro a dover risolvere il problema della continuità didattica al nord (anche perché al nord non ci hanno mai messo piede). I Nrd in attesa di un serio piano di rientro attendono ora le assegnazioni provvisorie senza alcuna limitazione, esattamente come avvenuto lo scorso anno perché il problema è straordinario e come tale va gestito.

 

Coordinamento Nazionale

Nastrini Rossi Docenti

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Lettera aperta alla Ministra Valeria Fedeli

 

Egr. Ministra Valeria Fedeli,

siamo i Nastrini Rossi Docenti ed appena abbiamo saputo della sua visita nella nostra splendida terra abruzzese non abbiamo potuto fare a meno di scriverle qualche parola. Sappiamo che conosce bene il motivo che ci vede uniti alle colleghe ed ai colleghi della Puglia, della Campania della Sicilia, della Basilicata e della Calabria, al sud Italia insomma, al quale noi , non solo per motivi storici, sentiamo di appartenere.

L’Abruzzo sta soffrendo e siamo convinti che la causa di questa sofferenza non possa essere cercata solo nella natura, ma vada invece analizzata nel profondo delle dinamiche e delle scelte politiche portate avanti da istituzioni e cittadini stessi.  Per questo, Ministra, continueremo a testimoniare che ciò che è accaduto agli insegnanti assunti con il piano straordinario voluto dalla L.107/15, se non troverà una soluzione, potrà avere solo una chiave di lettura: impoverire il Sud in favore del Nord. Non vogliamo abbandonare in massa  le nostre regioni. Crediamo di essere una risorsa intellettuale preziosa per i nostri conterranei, per i nostri alunni, per le nostre terre, che può contribuire al riscatto che da tanto tempo esse cercano.

La perentorietà con cui Lei ha affermato, nelle recenti dichiarazioni, che è stato concesso solo il 30 percento dei posti disponibili per i trasferimenti e che non saranno date le assegnazioni provvisorie in deroga a tutti, al fine di garantire un regolare avvio del prossimo anno scolastico, ci ha colpito profondamente. Questa decisione, mentre tranquillizza una parte in causa nel processo di riforma avviato nel luglio 2015, fa sentire noi il capro espiatorio di una serie di scelte di cui non siamo responsabili. L’unica scelta di cui siamo responsabili è stata l’adesione al piano straordinario di assunzioni, ma, Ministra, lei sa bene quanto essa abbia rappresentato un venirsi incontro tra un datore di lavoro, che reiterava da anni contratti a termine e si vedeva incombere le sanzioni della Corte Europea, e lavoratrici e lavoratori che, vessati da anni di precariato, non avevano altra scelta.

Ma ora cosa siamo Ministra? Precari di ruolo, con un’età media intorno ai 45 anni, che hanno meno certezze di prima, donne per la maggior parte. Con 1300 euro al mese ci viene chiesto di lasciare i nostri affetti, le nostre famiglie con figli o senza figli, fatte di compagni e compagne, mariti e mogli, genitori anziani, per andare in zone in cui il nostro stipendio certamente non può bastare a tenere aperte due case, ad affrontare i continui e costosi viaggi di chilometri e chilometri, a vivere insomma con dignità. Il rapporto Eurispes 2017 dichiara che il 48,3 delle famiglie non riesce ad arrivare a fine mese e, se la soglia di povertà relativa si aggira intorno alle 1200 euro al mese, capisce bene perché il nostro spostamento in massa rappresenti un’emergenza enorme. La straordinarietà creata dalla L. 107/15 per noi non si è affatto conclusa. Ci viene detto che la mobilità straordinaria, dalla stessa legge voluta su tutti i posti disponibili dell’organico dell’autonomia, avrebbe permesso il rientro di docenti immobilizzati da anni. Ma quali sono questi docenti? Sono docenti che volontariamente avevano scelto di trasferirsi nelle province del nord e tra questi vi sono anche i docenti assunti entro a. s. 2014/2015 e per questo ci chiediamo come possano essere considerati immobilizzati da anni. Noi invece, in coda a tutti, forzatamente siamo stati mobilitati e non abbiamo potuto scegliere nulla. Gli unici nella storia scolastica. Non abbiamo intenzione di pagare noi per tutti. Non lo accetteremo mai. Non siamo noi a dover risolvere il problema della continuità didattica al nord.

Abbiamo consegnato al Sottosegretario Vito De Filippo ed al Dirigente Gaetano Bonelli un documento con le nostre proposte dettagliate.

A lei Ministra, chiediamo di rivalutare la questione: la negazione delle assegnazioni provvisorie, verrà letta da tutti noi, anche da chi rientrerà nelle “categorie speciali”, come una netta chiusura, proprio perché sappiamo che la strada è lunga e che ancora molto dobbiamo soffrire. E sappiamo che con i numeri in ballo (circa 30 mila i docenti “deportati”) la soluzione potrà trovarsi solo con un vero e proprio piano di rientro su un numero notevole di posti messi a disposizione e con una percentuale certamente superiore al 30 riservata alla mobilità territoriale.

Il problema, Ministra, esiste, è straordinario e come tale andrebbe gestito. Per due anni dall’immissione in ruolo il governo ha cercato di tamponare una situazione che sapeva essere emergenziale, garantendo almeno ad una parte di noi di restare nei propri territori, ed ora ci pare assurdo che, dopo tutte le ammissioni di errori commessi, si voglia negare anche questo.

Confidiamo in Lei.

 

 

Pescara, 27 febbraio 2017

 

Coordinamento Nazionale

Nastrini Rossi Docenti

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