I ripopolamenti 2017 effettuati solo con trote autoctone allevate nell’incubatoio del Vetoio Il WWF: “Una scelta positiva, ma si deve fare ancora di più per i nostri fiumi malati”

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Una positiva novità sulla gestione della pesca in Abruzzo. Il competente settore della Regione, con la proficua collaborazione della Consulta della pesca, ha stabilito infatti che i ripopolamenti avverranno quest’anno esclusivamente con materiale ittico di buona qualità proveniente dal Centro Ittiogenico Sperimentale di Idrobiologia (CISI) del Vetoio. Vuol dire che finalmente nelle acque libere verranno introdotte esclusivamente trote di ceppo adriatico, riprodotte nell’incubatoio de L’Aquila.
Chiariamo il concetto: per evitare di recare danni alla popolazione ittica di un fiume non andrebbero mai introdotti pesci di diversa provenienza (alloctoni o anche “alieni”) neppure se appartenenti alla stessa specie perché comunque portatori di un patrimonio genetico diverso. Si agisce infatti così da tempo in varie regioni italiane, soprattutto al nord, e l’Abruzzo comincia finalmente ad adeguarsi. Resta tuttavia il “buco nero” delle immissioni nelle acque in concessione ad associazioni. In queste ultime resta ovviamente vietata la semina di pesci alloctoni ma non c’è alcun obbligo di prediligere individui provenienti dallo stesso territorio in cui avviene il ripopolamento. Se una associazione di pesca sportiva concessionaria di un tratto di fiume volesse per propria scelta operare in difesa dell’ambiente scegliendo solo trote nostrane, non potrebbe del resto servirsi del CISI che non può vendere a terzi: un intoppo legal-burocratico che andrebbe risolto nel superiore interesse della tutela dei fiumi abruzzesi.
I ripopolamenti “pronta pesca” – con pesci di taglia sufficiente per essere subito insidiati dagli ami – ci saranno tra i mesi di marzo e aprile, in ritardo rispetto alle date abituali a causa delle lungaggini burocratiche legate al passaggio di proprietà tra la Provincia de L’Aquila e la Regione del mezzo speciale adibito al trasporto dei pesci vivi. A ottobre, dopo la chiusura della pesca, verrà invece effettuata una seconda immissione, questa volta soltanto di avannotti provenienti sempre dal CISI.
“Le immissioni – spiega Vincenzo La Monaca, delegato del WWF per la Consulta della pesca – avverranno a rotazione nelle quattro province e, in corrispondenza della semina, i tratti interessati verranno via via chiusi alla pesca per una settimana”.
“La scelta di pesci al 100% autoctoni rappresenta certamente un passo avanti – commenta Claudio Allegrino, coordinatore regionale della Guardie WWF – e uno sforzo positivo. Invitiamo tuttavia la Regione a non fermarsi a questo pur importante aspetto: i fiumi abruzzesi sono praticamente tutti malati e hanno bisogno di essere trattati come tali con interventi tesi in primo luogo al loro ripristino ambientale e al miglioramento della qualità delle acque”.