Associazione Culturale “AMBASCIATORI DELLA FAME”
Pescara, 25 marzo 2017
L’abruzzese Nicholas Casciano, il “fratello buono”, divenne un influente personalità dell’intero Stato del Connecticut. Aiutò gli italo-americani indigenti e si spese sempre per la sua Italia. Ottenne importantissimi riconoscimenti dal Governo Italiano e da Papa Pio XII. Era nato a Popoli il 15 aprile del 1885.
Nicola “Nicholas” Casciano nacque a Popoli, in via delle grazie, il 15 aprile del 1885 da Gennaro e Concetta entrambi “contadini” (all’atto di registrazione fu presente l’allora Sindaco Ciro Mancini). Sin da piccolo conobbe il duro lavoro dei campi. Andò a scuola quel tanto che bastò per saper leggere e scrivere. Ma era di intelligenza vivace e sognava il riscatto da quella vita che gli appariva, ed era, assolutamente ingiusta. Si innamorò di Concetta Antonucci, più piccola di lui di cinque anni, e decise di sposarla. Attese il compimento dei diciotto anni di Concetta e il 13 febbraio del 1909 la sposò. Terminato il matrimonio, Nicola e Concetta, partirono per il loro “viaggio di nozze” destinazione America. Giunsero ad “Ellis Island”, sempre nel 1909, dopo aver attraversato l’oceano sul Piroscafo “Verona” (il piroscafo venne successivamente affondato durante la Prima Guerra Mondiale al largo di Messina e morirono oltre mille soldati). La destinazione fu lo Stato del Connecticut. E qui che Nicola, dopo aver conosciuto ed affrontato ogni tipo di duro lavoro, iniziò realizzare il suo “sogno americano”. Nonostante la pochezza dei suoi studi imparò immediatamente la nuova lingua, seppe intessere rapporti con gli altri italo-americani, si fece apprezzare dai residenti per la sua capacità di aggregare e di capire prima di altri le cose da fare. Era nato per essere un leader. Aveva anche una grande capacità manageriale e grazie a questa costruì una importante ricchezza. Ma non dimenticò mai le sue origini. Amava tutto ciò che era italiano ed aveva in odio la povertà. “L’ho sofferta io, so quanto è umiliante, e se posso cerco di aiutare ogni povero”. Lo disse e lo fece sempre. Non a caso gli diedero il nome di “fratello buono”. Nel 1930 fu tra i fondatori della “Greater Hartford Italian Central Council” (per ben 13 anni ne fu l’indiscusso Presidente). Spese tutte le sue giornata oltre che per i suoi interessi soprattutto per incoraggiare gli italo-americani ad essere coesi tra loro. Lanciò numerose “raccolta fondi” per i connazionali indigenti ma anche, nei momenti di difficoltà, per la sua “mamma Italia”. Nel 1936 favorì un cospicuo arrivo di fondi per la “Croce Rossa Italiana”. Nel 1937 divenne Presidente del Consiglio d’Amministrazione della “Italian Welfare Organization” (organismo progettato per favorire una migliore integrazione degli italo-americani attraverso la migliore comprensione delle leggi americane). Nel 1938 venne nominato, per le celebrazioni dei trecento anni di Hartford, presidente di tutti i gruppi italiani. Nel 1940 fu insignito dal Governo italiano del titolo di “Cavaliere” (“Crown of the King”) per “ i suoi generosi contributi di impegno e di denaro in favore del benessere del popolo italiano ad Hartford”. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale Nicholas Casciano guidò una raccolta fondi, per alleviare le sofferenze del popolo italiano, coinvolgendo l’intero Connecticut e arrivò a produrre una incredibile somma di denaro. Anche per questo Papa Pio XII lo onorò con una onorificenza cavalleresca: “Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida di Svezia” . Nel 1951 arrivarono in America le notizie e le immagini della tragica alluvione del Polesine. Nicholas si produsse in uno sforzo ulteriore che, anche in questo caso, produsse l’effetto sperato. Da Hartford partì ogni sorta di aiuto in prodotti alimentari, in vestiario e naturalmente in denaro. Politicamente fu “conservatore” convinto e fondò l’associazione “Italian Friends Democracy” che affiancò la Democrazia Cristiana contro il Partito Comunista. Nicholas Casciano ebbe tre figli Aladino, Nicholas R. e Sergio. Morì ad Hartford all’età di 68 anni.
Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”