Fucili autorizzati a sparare nella Valle del Sagittario ma i dati del piano di assestamento prodotti dall’ATC di Sulmona rivelano, per la macro area 2, una verità sconcertante
656 CINGHIALI DA ABBATTERE PER RIDURRE IL DANNO DI 50 EURO!
La richiesta del WWF: prima la prevenzione e l’uso dei fucili solo dove il problema esiste
Preoccupazione per l’incolumità dei turisti lungo i sentieri
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Mentre l’iter di approvazione dei piani di caccia di selezione al cinghiale è ancora in via di definizione (il Comitato VIA li ha rinviati a VAS – Valutazione Ambientale Strategica –, sin qui non attuata benché imposta dalla legge) l’ATC di Sulmona ha convocato per il 9 prossimo gli enti gestori di SIC e aree protette tra cui Parco Nazionale d’Abruzzo e Parco della Majella ricadenti nell’ambito di caccia di propria competenza per “concordare” le modalità di caccia di selezione.
A parte l’opportunità o meno di una tale riunione prima dell’approvazione dei piani, dall’esame dei dati elaborati dallo stesso ATC emerge una situazione a dir poco sconcertante: secondo quanto riportato nel Piano di assestamento per ciò che riguarda la macro area 2, nella quale ricade la Valle del Sagittario, i danni medi causati dal cinghiale nel quadriennio 2011-2014 sono quantificati in € 780,00. Sempre stando a quanto riportato nel Piano la soglia di riduzione del danno al 2016 deve scendere almeno del 6,6% ovvero, secondo i calcoli effettuati dall’ATC, nell’annualità 2016/2017 bisogna abbattere un totale di 656 cinghiali (433 da caccia programmata e 223 da caccia di selezione) per ridurre il danno medio di 50,00 euro!
Appare evidente, di fronte a queste cifre, che si tratta solo di consentire a qualche cacciatore di divertirsi e non certo di impedire danni che in quest’area sono evidentemente estremamente limitati.Il WWF ribadisce che per risolvere veramente l’emergenza cinghiali bisognerebbe toglierne la gestione ai cacciatori, che questa emergenza hanno causato con incauti ripopolamenti. In ogni caso, vigendo la attuale normativa, non si può consentire di sparare sempre e ovunque, con evidenti rischi anche per la pubblica incolumità, ma soltanto là dove il problema esiste.
La verità è che nella valle del Sagittario l’emergenza cinghiali semplicemente non c’è. Non si tratta di un’area critica né di un’area vulnerabile e non sono dunque in alcun modo giustificabili interventi di prelievo su questo territorio con dispendio di energie e risorse che potrebbero essere invece destinati ad altre zone, dove il problema è più rilevante. La macro area 2, nella quale è compresa la Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Gole del Sagittario, è particolarmente delicata per la costante presenza dell’orso bruno marsicano e del lupo e per essere area di alimentazione dell’aquila reale: aprirla alla caccia di selezione nel periodo riproduttivo potrebbe rappresentare un enorme fattore di disturbo e di stress per queste e altre specie animali tutelate dalle direttive comunitarie. In questo territorio gli Obiettivi di riduzione del danno e le misure gestionali da attuare devono riguardare in primo luogo l’adozione di strumenti di prevenzionecome, ad esempio, sistemi acustici, recinzioni meccaniche e recinzioni elettrificate, e non certo un indiscriminato e sostanzialmente inutile ricorso alle armi da fuoco.
Va anche rimarcata la sacrosanta preoccupazione di chi fa notare come l’attività di caccia di selezione, semmai malauguratamente autorizzata in quest’area, andrebbe ad insistere in territori, anche al di fuori del perimetro del SIC, ma ad essa strettamente limitrofi, in cui sono presenti diversi percorsi escursionistici frequentati soprattutto in questo periodo a fini turistici da decine e decine di persone la cui incolumità verrebbe inevitabilmente messa a rischio.