Cultura & Società

Roma. Daniela Miniucchi e Jolanda Gurreri presentano al Caffè Letterario di Roma in Via Ostiense l’ultima fatica letteraria di Antonio Lera dal titolo Caffè Letterario (Edizioni Flavius Pompei)

ovvero un viaggio alla scoperta degli angoli più segreti ed interessanti della fantasia che definisce la sua identità artistica nel mondo artistico del Caffè Letterario di San Benedetto del Tronto, per colpire più in alto nello spirito del CAFFE’ LETTERARIO, sua creatura sorta sulla scorta del Movimento o Circolo dei Poeti e degli Artisti Benedetti nel 2010, ed istituito formalmente presso il Caffè Florian di San Benedetto del Tronto (6° Caffè d’Italia per importanza riconosciutagli dalle critiche nazionali del settore), con Amanti della Cultura, ed Artisti in Vetrina, una prospettiva tesa ad espressioni emozionali autentiche, trasparenti, invitanti. Dialogano con l’Autore una serie di personaggi del mondo della cultura e del giornalismo italiano, tra cui: Anadela Serra Visconti, Emanuela Del Zompo, Claudia Bernardini, Katia Salvatori, Angelo Sagnelli, Maria Antonietta Pinna, Ilaria Guidantoni, Laura Cosenza, Aurora D’Errico, Rossella Scandinaro, Gabriella Giancarlo, Esteraw Simoncini, Caterina Boccardi, Sonia Planamente, Laura Pacelli, Stefania Corradetti, Daniela Diaferio, Sonia Di Giovanni, Roberto Di Costanzo, Luca Filipponi, Maria Luisa Missiaggia, Tonia Bardellino, Lina Pierri, Margherita Franzese, Michela Signoracci, Gisella Peana, Marilu De Nicola. È un libro di approfondimenti interiori, in cui l’esteriorità si trasforma e prende forma sempre e solo a partire dal dentro e suggella il diritto d’essere chiamato artista. Grazie al suo lavoro, ANTONIO LERA incontra i personaggi che animano lo scenario culturale del nostro tempo: ANGELO SAGNELLI, curatore del Caffè Greco di Roma ed autore della Prefazione: Quando ho chiuso questa silloge ho immaginato Antonio nella sua stanza prima di addormentarsi. E ho posto sulla parete bianca che gli stava di fronte un quadro di un pittore importante raffigurante un paesaggio con una moltitudine di persone che percorrevano un lungo viale. Ma all’improvviso  si è aperta la volta di quella stanza, e tutto l’universo è apparso della sua luminosità, ed io ho comparato la staticità di un quadro alla dinamica affascinante dell’universo; JACOPO CHIOSTRI, ANITA TOSI e NINO SENFETT curatori delle Giubbe Rosse di Firenze; NATALE FINOCCHIARO, Scrittore: L’amore terreno non raggiungibile, le passioni deluse, le speranze vane, temi cari nelle sue passate raccolte, sono ormai superati… Anche quando canta l’amore per la sua donna,  Lera sembra rivolgersi più alla sua anima che ad una figura femminile… La felicità vagheggiata è  a portata di mano, non più sogno impossibile da raggiungere, è dentro di noi, è ricerca dell’Assoluto pur nei gesti semplici “ ogni volta che abbracci qualcuno abbracci te stesso”; SILVIO VENIERI: Quali sono stati i caffè letterari più noti in Italia? Le Giubbe Rosse di Firenze, frequentato da Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Elio Vittorini. A Venezia, il Caffè Florian, ai cui tavoli sedeva John Ruskin, mentre Ernest Hemingway  frequentava l’Harry’s Bar. Il Caffè Torino, amato da Cesare Pavese e Giulio Einaudi. Il Caffè San Marco di Trieste meta di Claudio Magris. Antonio Lera lanciando i temi oggetto di approfondimento, originando spunti di riflessione, coordinando gli interventi dei presenti, funge da moderatore del cenacolo, così svolgendo una funzione maieutica; SIMONA ARRIGONI, Giornalista e Scrittrice: Antonio ci conduce. verso dopo verso, nel silenzio vibrante delle sue parole, ci innalziamo in una dimensione superiore, dove riusciamo ad osservare la realtà per quella che è, liberi dalle sovrastrutture che ci ingannano e ci ingabbiano. E’ “Vicino al cuore” che scopriamo la bellezza di un sentimento, di una mano che ti sfiora, del vento che accarezza la pelle, della natura che ci sveglia, ci da la buonanotte, ci accompagna in ogni momento della nostra vita racchiudendo il segreto di questo nostro cammino di luce; LUCA FILIPPONI Direttore artistico del Festival di Spoleto, autore dell’Introduzione del libro, che coglie in Antonio Lera la sensibilità artistica non come parola vuota o retorica, ma piuttosto orientamento decisivo ad una comprensione critica della realtà, ad una formazione integrale della persona indirizzata alla ricerca conoscitiva ed alla piena consapevolezza del bello e delle sue espressioni.

 

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