Italia

SIMIT – Morbillo: Prof. Galli:”Il virus non concede margini di trattativa al di sotto della quota 95%”

Negli ultimi 10 anni dal 10 al 15 % della popolazione infantile (con punte fino al 25% e oltre in alcune aree del paese) è sfuggita ogni alla vaccinazione o ha ricevuto una vaccinazione incompleta”,

 

 

Il  Prof. Massimo Galli,vicepresidente SIMIT ribadisce “la necessità di vaccinare le donne in età fertile che intendano intraprendere una gravidanza e che non abbiano ricordo dell’infezione”

 

Attualità, vaccini, politiche e innovazioni nella strategia di prevenzione: decisa la presa di posizione da parte di SIMIT Società scientifica degli specialisti in contemporanea con la decisione e il via libera da parte del Consiglio dei ministri al decreto legge che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola.  L’obbligo di vaccinarsi riguarda l’età che va da 0 a sei anni. Salgono, inoltre, a dodici i vaccini obbligatori.

 

“Perla scuola dell’obbligo la mancanza di documentazione sui vaccini produrrà da parte dell’autorità scolastica sanzioni dalle dieci alle trenta volte maggiori di quelle esistenti”, ha detto il Premier, Paolo Gentiloni. “Superare le difformità a livello regionale e dare un’unica linea di indirizzo. Questo l’obiettivo del decreto approvato oggi, con cui abbiamo allargato a 12 le vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione a scuola”, afferma il Ministro della salute Lorenzin al termine del Cdm.

Tema vaccini quale tema caldo in particolare per quanto riguarda il morbillo. La SIMIT, Società italiana di malattie infettive e tropicali, ribadisce l’assoluta necessità di raggiungere almeno il 95% della copertura vaccinale dei bambini in età scolare per poter arrestare la diffusione dell’infezione e garantire la possibilità di accedere all’istruzione a quei bambini che, in quanto affetti da malattie che compromettono il sistema immunitario, non possono essere vaccinati e rischierebbero di contrarre l’infezione, per loro potenzialmente mortale, frequentando la scuola.

 

“Si tratta della già citata immunità di gregge – spiega Massimo Galli, Vicepresidente SIMIT, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milanocioè di quella situazione in cui se la maggioranza è immune, anche la minoranza dei non immuni risulta protetta dall’infezione. La percentuale di vaccinati necessaria per raggiungere questa condizione nel caso del morbillo è il 95%. Va ricordato che, in una situazione di assente o scarsa copertura vaccinale, per ogni persona che contrae il morbillo è probabile che ne vengano contagiate dalle 12 alle 18 altre. Giusto per un confronto, una singola infezione da virus Ebola è previsto che possa generare da 1,5 a 2,5 ulteriori casi, mentre una persona con un’infezione da virus dell’influenza stagionale è causa in media di altri 1,2-1,4 casi. Negli ultimi 10 anni dal 10 al 15 % della popolazione infantile(con punte fino al 25% e oltre in alcune aree del paese) è sfuggita ogni alla vaccinazione o ha ricevuto una vaccinazione incompleta e sono numerosi i bambini non nati in Italia il cui stato vaccinale è ignoto od incompleto. Vaccinare questa parte della popolazione è fondamentale per arginare la diffusione della malattia”.

 

Va inoltre ricordato che in Italia una parte importante della popolazione nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 35 anni è probabilmente non immune. Dal 1983 al 1996 il tasso di vaccinazione entro i due anni di vita è stato infatti sempre inferiore al 50%. Va in particolare ribadita la necessità di vaccinare le donne in età fertile che intendano intraprendere una gravidanza e che non abbiano ricordo dell’infezione o il cui stato vaccinale sia non documentato. Il morbillo in gravidanza è infatti possibile causa di gravi complicazioni sia per la madre, sia per il feto e i figli di madri non immuni affrontano il primo anno di vita del tutto privi di anticorpi materni, senza quindi protezione nei confronti dell’infezione.

 

“Una rara, ma terribile sequela del morbillo – aggiunge il Prof. Galli – è la panencefalite subacuta sclerosante,  che si osserva in un caso su 10000 infezioni, ma la cui frequenza sale a un caso su 600 se l’infezione è stata contratta entro i 2 anni di età. Si tratta di una grave malattia neurologica che compare alcuni anni dopo l’infezione acuta e porta a morte dopo un decorso medio di circa tre anni. Non va infine dimenticato che il morbillo è una malattia in seguito alla quale si determina un lungo periodo in cui la memoria immunologica è parzialmente compromessa e in cui risultano ridotte le difese nei confronti di altri agenti infettivi. Non è quindi una passeggiata di salute o qualcosa su cui si possa ulteriormente traccheggiare ritardando i necessari interventi”.

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