segnalo un evento che condurrà il viaggiatore alla scoperta della bellezza dell’Abruzzo, con lo sguardo del fotografo Michael Kenna. Si tratta di una mostra che presenterà il suo primo lavoro interamente dedicato ad una regione italiana. L’iniziativa è il frutto di vari reportage realizzati tra il 2015 e il 2016, percorrendo 5700 km della regione, dalle vette più alte della Penisola fino alla “Costa dei trabocchi”. Le più di 80 fotografie artistiche esposte nella mostra accompagneranno il visitatore in un sorprendente viaggio attraverso uno dei mosaici paesaggistici più ricchi d’Italia. La mostra si terrà dall’8 luglio all’8 settembre p.v., come da comunicato stampa allegato e da pagina web dedicata all’evento: www.abruzzomichaelkenna.it .
M.R.
Michael Kenna
Considerato il fotografo di paesaggio più importante della sua generazione, Michael Kenna osserva
il nostro mondo in un modo del tutto fuori dal comune da più di 45 anni. Le sue fotografie
misteriose, spesso realizzate all’alba o nelle ore buie della notte, si concentrano soprattutto sulla
interazione tra il paesaggio naturale e le opere dell’uomo. Kenna è sia un fotografo diurno che
notturno, affascinato dalle ore del giorno in cui la luce è nel suo punto più duttile. Con esposizioni
notturne che durano fino a dodici ore, le sue fotografie spesso registrano particolari che l’occhio
umano non è in grado di percepire.
Kenna è particolarmente famoso per la dimensione intima della sua fotografia e il suo meticoloso
stile di stampa personale. Lavora con mezzi fotografici tradizionali, non digitali. Stampe artigianali
in bianco e nero squisitamente lavorate a mano, riflettono un senso di raffinatezza, di rispetto per
la storia e un’originalità approfondita. Le fotografie di Kenna sono state esposte in mostra in più di
settecento gallerie e musei di tutto il mondo, e sono incluse in collezioni permanenti di celebri
istituzioni come: The Bibliothèque Nationale, Parigi; Il Metropolitan Museum of Photography,
Tokyo; La National Gallery, Washington, D.C.; Il Museo d’Arte di Shanghai e il Victoria and Albert
Museum di Londra.
Sul lavoro di Kenna sono stati pubblicati oltre cinquanta cataloghi di mostre e monografie, tra cui:
Michael Kenna – Una Retrospettiva Ventennale (Treville, 1994 e Nazraeli Press, 2000); Impossibile
dimenticare (Marval e Nazraeli Press, 2001); Giappone (Nazraeli Stampa e Treville Edizioni, 2003);
Retrospettiva Due (Nazraeli, e Treville Edizioni, 2004); Michael Kenna – Una Retrospettiva (BnF,
2009); Immagini del Settimo Giorno (Skira, 2010); La Cina (Poste e Telecom Press, 2014); Francia
(Nazraeli Press 2014); Forme del Giappone (Prestel – Random House, 2015).
Nel 2001 Kenna è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della
Cultura in Francia. Nato a Widnes, in Inghilterra nel 1953, attualmente vive a Seattle, Washington,
USA, e continua a fotografare in tutto il mondo.
L’Abruzzo visto da Michael Kenna
L’Abruzzo è conosciuto come “regione verde d’Europa”, per via del suo sistema di parchi e riserve
naturali che tutela più di un terzo del proprio territorio; presenta uno dei più alti indici di
biodiversità in Europa ed è tra le aree floristicamente più ricche nel mondo. Michael Kenna è stato
notevolmente colpito dalla magnificenza dell’Abruzzo, dalla sua diversità paesaggistica e
dall’intrigante stile di vita che ancora si coglie in vaste aree della regione, dove il rapporto tra l’uomo
e la natura sembra riaffiorare da un lontano passato. Qui lui ha trovato un’identità culturale che
altrove, in gran parte, si sta perdendo sotto i colpi della globalizzazione e della comunicazione
istantanea. Kenna ha fotografato rovine medievali, antichi borghi e un paesaggio ricco di
coltivazioni tradizionali; ha vagato attraverso luoghi sereni e poetici in cui è ancora possibile
fermarsi a meditare, godendo della bellezza rigenerante del silenzio, mentre si coglie il senso della
storia trasmesso da questi paesaggi.
Il patrimonio culturale abruzzese, unito agli impressionanti scenari naturali, si presta oggi come
in passato ad evocare suggestioni romantiche, tanto da aver storicamente attirato molti artisti
internazionali del paesaggio, soprattutto nel XIX secolo. Tra coloro che sono venuti in Abruzzo vi
sono pittori di spicco come i francesi Jean Joseph Xavier Bidauld (1758-1846) e Jean Baptiste
Camille Corot (1796-1875), il tedesco Jakob Philipp Hackert (1737-1807) e lo svizzero Abraham Louis
Rodolphe Ducros (1748-1810), tutti molto noti negli ambienti del Grand Tour. Tuttavia, è stato il
pittore di paesaggio inglese Edward Lear (1812-1888) che ha lasciato una delle più importanti
testimonianze sui paesaggi romantici della regione. In seguito, anche Maurits Cornelis Escher
(1898-1972) ha realizzato famosi paesaggi del posto. Michael Kenna dunque si inserisce
perfettamente in questo ricco filone storico di celebri paesaggisti internazionali che hanno lavorato
in Abruzzo.
Le tematiche delle opere di Kenna
Spesso il lavoro di Kenna evoca le suggestioni del Romanticismo. Per esempio, nelle sue fotografie
di paesaggi rurali storici si ravvisa un’aura di malinconia, che accompagna i ricordi del passato. Le
sue immagini di rovine suscitano i sentimenti dello scorrere del tempo, dei legami in continua
evoluzione tra storia e natura. Suggestioni romantiche si potrebbero provare nell’osservare le sue
sublimi visioni di montagne selvagge, che svelano un “orrore dilettevole”: cieli tempestosi, cime
innevate e ciuffi turbolenti in infiniti mari di nuvole, danno un brivido di pericolo, sia pur senza un
rischio reale. Queste immagini servono a farci sentire piccoli e fragili rispetto alla magnificenza della
natura e ci trasmettono una sensazione equivoca di piacere e paura. Sublime è lo sguardo sulla
natura infinita e possente, ma pacifica, nella sua fotografia “Distant Mountains”. I castelli medievali
ed i borghi pittoreschi avvolti nelle nebbie, circondati da atmosfere vaporose, sovrastati da cieli
agitati da nuvole minacciose, creano anch’essi un legame tra il Romanticismo e la realtà. I borghi
arroccati sulle montagne o adagiati sui versanti delle colline, ricoperti di olivi, colpiscono per il loro
armonico rapporto con la natura circostante e il loro aspetto antico. Spesso questi insediamenti
sono millenari, come nel caso di Loreto Aprutino la cui storia risale a più di duemila anni.
Gli alberi sono tra i protagonisti preferiti di Kenna e in questo lavoro ci offre sorprendenti visioni
dalle rigorose geometrie concepite dall’uomo che ridisegnano il paesaggio, quali file di alberi, di
pali e di strutture balneari.
Kenna è affascinato dalle astrazioni interessanti, dalle composizioni grafiche e dai soggetti con
potenzialità visive ed evocative, fornendo una rappresentazione del soggetto scevra da intenti
descrittivi, ma rivolta a una sua comprensione emotiva rivelata attraverso i sentimenti e le
sensazioni.
Infatti, la sua missione sembra essere di riconoscere e apprezzare lo spirito di un paesaggio, per
poi presentarlo nel carattere poetico del suo linguaggio fotografico. Yvonne Meyer-Lohr scrive che
“Espansività. Immobilità. Vuoto. Spazio. Sviluppo. Cambiamento. Generosità. Riduzione. Semplicità.
Forma” sono aspetti cruciali dell’espressione artistica di Kenna. A favore del vuoto, aggiunge che
“La semplicità e la chiarezza sono creati da spazi vuoti. Essi forniscono la libertà di tempo
necessaria per essere in grado di assorbire una vasta gamma di pensieri e sentimenti … Ciò offre lo
spazio per la propria immaginazione, per la grazia e la bellezza delle piccole cose, per il rivelarsi di
ciò che sta nel mezzo. Nelle sue fotografie, Michael Kenna crea pienezza dal vuoto, lui rende visibile
l’invisibile”.
Un esempio di questo modo di lavorare è dato dall’immagine di Kenna del “Trabocco Punta Le
Morge”, dove la linea dell’orizzonte che separa il mare dal cielo è invisibile, offrendo una visione
surreale del luogo, con il trabocco che sembra essere sospeso nel vuoto, come in un sogno.
Spesso, le composizioni di Kenna mostrano un paesaggio che dialoga con un cielo movimentato,
dove si notano particolari avvenimenti, come ad esempio un tramonto lunare o una curiosa
formazione di nubi. Queste fotografie sono generalmente realizzate all’alba o al tramonto, tra le
fasi della luce e del buio, del giorno e della notte, con l’utilizzo di lunghi tempi di esposizione. In
questo modo Kenna cattura effetti visivi che l’occhio umano non può cogliere.
L’Abruzzo ritratto da Kenna è una terra di sentimenti primari, in cui si scoprono molti valori di
Kenna. La maggior parte di questi paesaggi ci lascia con un senso della storia e vaghi ricordi del
passato. Forse le nubi scure e minacciose che si agitano su di essi e le atmosfere vagamente cupe
riscontrabili in molti di questi gioielli paesaggistici, lasciano intendere anche un senso di
preoccupazione dell’autore per il futuro. Il passato è sicuramente molto importante per Kenna, è
una fonte di nutrimento e non è casuale la sua scelta del monòcromo come forma di espressione
artistica; insiste ancora nel fare piccole stampe, fatte a mano, ai sali d’argento e l’articolazione della
scala tonale cromatica rappresenta più che un’allusione al lavoro pittorialista del passato.
Kenna ci offre vedute dell’Abruzzo che sono già state molto fotografate e dipinte, ma le sue
interpretazioni poetiche personali apportano nuove emozioni e sensazioni ai suoi soggetti. Ruth
Bernhard ha scritto nel 1991, “Le fotografie di Michael sono isole di serenità e di silenzio in un mondo
rumoroso e caotico … Le sue stampe sono squisitamente seducenti, esperienze spirituali, simili alla
poesia o alla musica … Colpiscono accordi cupi inoltre contengono una luce mistica che è allo stesso
tempo malinconica e luminosa … “. Molti anni dopo, queste stesse parole potrebbero essere
utilizzate per descrivere giustamente l’ultimo lavoro di Michael Kenna sull’Abruzzo.
Vincenzo de Pompeis
Marzo, 2017
Tratto dal libro “Abruzzo. Photographs by Michael Kenna”, edito da Nazraely Press; edizione giapponese della Shuppan –
Kyodosha.