New York. Era un uomo timido, forse pieno di complessi Frank Sinatra junior. Suo padre lo aveva tenuto sotto controllo sin da ragazzo,quando i suoi compagni lo prendevano in giro, forse perché’ non amava chiedere appuntamenti alle ragazze che le sue sorelle,Nancy e Tina, continuamente gli presentavano. Aveva studiato musica e tentato il canto come suo padre. Una voce leggera, non faceva presa. Frank Senior non sapeva piu’ come “svegliare mio figlio sempre tra le nuvole”,disse piu’ di una volta. Junior si avvicinava ai trentanni allorché’ qualcuno lo rapi’,il classico kidnapping dei figli dei ricchi e famosi. Speculazioni della stampa: old blue eyes (come chiamavano Frank senior) ha organizzato tutto per pubblicita’. Ma non fu cosi’. Frank coinvolse potenti amici e alla fine suo figlio torno’ a casa. I giornali scrissero che il padre aveva pagato duecento mila dollari per la liberazione. Lo incontrai la prima volta mentre usciva dall’ hotel Fontainebleau di Miami beach. Curvo,occhi bassi,accompagnato da due uomini,le guardie del corpo imposte dal vecchio Frank. Chiesi a uno dei bodygards: vorrei intervistare Frank junior per una rivista italiana. Rispose subito:”Guarda,mi dispiace,ma Frank non scherza,ci ha dato ordini chiari:state con lui giorno e notte, tenetelo lontano dalla gente!”. Il 16 marzo 2016 a Daytona (Florida) a 72 anni,un attacco cardiaco gli strappò il timido Frank all’affetto delle sue due sorelle. Suo padre lo attende lassù’, finalmente tranquillo.
New York. Quell’incontro con Frank Sinatra Jr.
Benny Manocchia