Organici polizia penitenziaria mala tempora currunt

 

 

    Il Ministro Madia sarà ricordato come il ministro della razionalizzazione del Pubblico Impiego e quindi delle forze armate. Nel caso della polizia penitenziaria, invece, potrebbe essere ricordata come il ministro del possibile sfacelo.

-Ad affermarlo è Mauro Nardella Segretario Generale Territoriale UIL PA Polizia Penitenziaria-

   Nel taglio effettuato sugli organici nazionali, infatti,- afferma Nardella-  si parla di 5000 baschi blu in meno rispetto alla pianta organica originaria. Il tutto al netto delle specializzazioni che il Corpo di Polizia in questione ha faticosamente e con orgoglio creato e reso operativo in 27 anni di Storia.

Quello che preoccupa di più è che il taglio sulle piante organiche (che però non ha riguardato le sedi extra moenia) si ripercuota negativamente sugli organici abruzzesi già oggetto di vertenze in ordine alla loro penuria.

    L’istituto penitenziario di Sulmona– precisa il sindacalista- è quello che guarda con non poca preoccupazione l’evolversi della situazione. Il nuovo padiglione, che sta per vedere attivati i lavori per la sua costruzione, amplierà il numero di posti riservati ai detenuti ma, come successo in altre realtà penitenziarie( vedasi carcere di Vicenza), potrebbe non vedere l’arrivo di nuovi uomini della penitenziaria.

La Uil non vede di buon occhio questo e se dovessero andare così le cose chiederà il ripensamento alla costruzione del nuovo padiglione.

Anche le condizioni di vita degli agenti in quel di Avezzano (nel quale permane lo stato di agitazione proprio per la grave carenza di personale denunciata qualche giorno fa e ricollegata alla determinazione di una pianta organica per nulla soddisfacente le condizioni minime di sicurezza)continua Nardellaqualora non dovessero essere accettate le richieste avanzate dalla UIL, saranno costrette inevitabilmente a peggiorare.

Immagino la drammaticità delle condizioni alle quali sarebbero assoggettati i colleghi  se a fronte dell’aumento di 200 detenuti le loro condizioni di vita operativa di uomini con quasi 50 anni di età media e 30 anni di servizio alle spalle non venissero rivitalizzate con l’auspicato cospicuo aumento del numero degli stessi e magari con un loro “ringiovanimento”- puntualizza il Segretario Generale territoriale UIL-.

La UIL non starà a guardare– chiosa Nardella-. Vigileremo  e denunceremo volta per volta l’aggravarsi della situazione. Il tutto col fine precipuo di far ragionare un Governo che rischia di far collassare un sistema già di per sé minato da politiche impopolari sugli organici e che fanno denotare una disaffezione alla richiesta  di più sicurezza  molte volte espressa ma il più delle volte non raccolta non solo dai poliziotti italiani ma dalla stragrande maggioranza dei cittadini dello Stato Italia.

SULMONA, 02.06.2017