Gianni De Berardinis, pescarese da decenni trapiantati a Milano, è un conduttore radiofonico e televisivo che ha fatto la storia della comunicazione musicale. Dagli esordi su Radio Luna al grande salto in Rai (Discoring) e poi all’estero con la fantastica esperienza di Radio Monte Carlo (quando Rmc era un faro per tutta l’Europa) e di nuovo in un grande network con Popcorn nell’allora nascente Canale 5. E poi tutte le radio oggi fondamentali che Gianni ha visto nascere e di cui è stato un pilastro: da Rtl (di cui è stato il primo direttore artistico) a Radio 101, da Rds, Radio dimensione suono, a Radio 24. In mezzo tantissima musica, tanti incontri (Frank Sinatra, B.B. King, David Bowie, David Gilmour dei Pink Floyd, Manhattan Transfer, Mick Hucknall per fare qualche nome), la produzione di diversi album.
Ora, finalmente arriva il suo primo disco solista, Priceless.
“Un disco di questi tempi è solo frutto di una passione e non di una necessità”, spiega De Berardinis, “Io credo che la musica debba e possa dire sinceramente quello che deve e arrivare al cuore della gente per quello che vale. Questo disco, in questo senso, non ha prezzo, mi ha insegnato a guardare la musica con occhi nuovi e a offrirla senza chiedere nulla se non attenzione e rispetto per chi la produce. Sì, Priceless è un atto di amore, un ringraziamento per la musica che è la mia vita”.
Nell’album 12 tracce, tracce anche della vita dell’interprete, degli incontri, di una vita passata nella musica, sognata fin da bambino quando, a Pescara, vedeva alla Casa del disco i Rokes di Shel Shapiro (con il quale poi, ironia della sorte, diventerà grande amico e coautore) e si vestiva da beat.
De Berardinis interpreta brani celebri e celebrati, da Heroes di David Bowie a Don’t let it bring you down di Neil Young, da Have you seen the stars degli Jefferson Airplane a Sunday morning di Lou Reed e Velvet underground, da Can’t find my way home (dei Blind Faith, tratto dall’album omonimo del mitico supergruppo di Eric Clapton e Steve Winwood durato solo un anno, 1969 ) ad Andrea di Fabrizio De Andrè, passando per alcune sue canzoni: da Greta (dedicata alla figlia americana) a She falls like rain (“Una canzone di un amore grande che mi rinnova ogni giorno, dedicata all’amore e alla pioggia che purifica”), in un disco acustico, senza batterie, nato con Andrea Rabuffetti, un sapiente musicista underground che suona tutto il suonabile.
Il disco è stato registrato in home sessions allo Studio Scandaglio durante gli ultimi mesi del 2015. Tutti, o quasi, gli strumenti suonati in Priceless sono a corda e passano dal sitar, alla mandola, dal banjo alla 12 corde fino ad arrivare all’oud arabo. Un disco folk che guarda al Mediterraneo e anche a certe atmosfere psichedeliche degli anni Settanta.
Questa la track list:
- Open G
- Heroes
- Don’t let it bring you down
- Lullaby
- Have you seen the stars
- Sunday morning
- She falls like rain
- Greta
- Can’t find my way home
- Sutta lu mari
- Andrea
- Satsong