MOVIMENTO ANIMALISTA, ANCHE L’ABRUZZO ALLA MANIFESTAZIONE DI ROMA PER CHIEDERE PENE PIU’ SEVERE CONTRO LE VIOLENZE SUGLI ANIMALI

 

Anche il Movimento Animalista dell’Abruzzo ha partecipato, ieri pomeriggio alla manifestazione nazionale indetta a Roma della presidente, on. Michela Vittoria Brambilla, per chiedere pene più severe a carico di chi maltratta e uccide gli animali e per richiamare l’attenzione della pubblica opinione sull’emergenza randagismo, soprattutto al Sud. Il responsabile regionale Francesco Properzi Curti, alla testa

Animalisti

di un gruppo di militanti della Regione, ha sfilato lungo via dei Fori imperiali fino alla piazza della Madonna di Loreto, davanti alla colonna Traiana, dove circa duemila manifestanti hanno ascoltato gli intervento dell’ex ministro e degli altri oratori. “È stato motivo di grande orgoglio e grande emozione – spiega Curti – poter partecipare alla prima manifestazione nazionale del Movimento, che ha per tema la violenza contro gli animali. Dobbiamo essere molto chiari: chi compie questi atti brutali contro i nostri amici animali deve andare in galera!”.


“Non è certo la prima volta – ha affermato l’on. Brambilla – che risuona lo slogan “Giustizia per tutti”. Ma è la prima volta che in quel “tutti” sono compresi gli animali. Sì, perché rendere giustizia è difficile in generale, difficilissimo quando si tratta di renderla agli animali. Sarà la crisi, saranno i tempi particolarmente difficili che viviamo, saranno le tensioni in una società in vorticoso cambiamento – sottolinea – sta di fatto che la violenza sugli animali è ormai diventata un’epidemia, tanto più subdola e virulenta quanto più appare oggetto di una frequente e interessata minimizzazione. “C’è ben altro… con quello che succede nel mondo… “: lo conosciamo tutti a memoria questo ritornello. Invece nessuno sa precisamente quanti animali sono abbandonati alla fame e alla sete, uccisi con polpette ai chiodi, impiccati, ammazzati a bastonate, bruciati, trucidati, massacrati. Storie di ordinaria follia. Così ordinaria che quasi ogni giorno abbiamo notizie del genere, ad ulteriore dimostrazione che i casi più eclatanti sono solo più eclatanti, non eccezionali”.

“Perfino questo Parlamento, dominato da un partito anti-animalista, ha dovuto darsi una mossa”, ha proseguito l’ex ministro. “E’ di pochi giorni fa la notizia che la Commissione Giustizia della Camera ha avviato in sede referente, con abbinamenti, l’esame di 7 proposte di legge sulla tutela penale e civile degli animali a mia prima firma, alcune presentate già all’inizio della legislatura. Compresa la proposta che rivede in alcuni punti il codice penale e innalza le sanzioni per maltrattamento e uccisione di animali, quella che introduce l’aggravante per il furto di animali d’affezione, quella che tutela gli animali sequestrati. A queste sette proposte se n’è aggiunta, proprio l’altro ieri, un’ottava, che ho presentato per punire più duramente chi, dopo averli compiuti, divulga su internet atti di crudeltà contro gli animali e per consentire la rimozione di questi contenuti. Siamo quasi alla fine della legislatura, ma abbiamo ancora tempo, se c’è buona volontà da parte di tutti, per compiere un lavoro molto utile in un settore praticamente dimenticato. Poi ci penseremo noi del Movimento animalista, nella prossima legislatura”.

Poiché abbandono e possesso irresponsabile sono varianti del maltrattamento – ha concluso l’on. Brambilla – oggi parliamo anche di randagismo. Noi del Movimento animalista siamo e saremo sempre in prima linea per richiamare le autorità al puntuale adempimento dei doveri loro imposti dalla legge: sappiamo bene che Comuni e Asl troppo spesso fanno finta di niente e che solo il meritorio lavoro delle associazioni impedisce che l’emergenza degeneri ulteriormente. La Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, di cui sono fondatrice e presidente, ha deciso di puntare sulla sterilizzazione, istituendo la Task force “Stop al randagismo”, un’iniziativa senza precedenti per cui stanziamo una somma molto importante e interveniamo direttamente sterilizzando i randagi delle regioni del sud, dove il problema è più acuto e dove l’inadempienza delle istituzioni si fa maggiormente sentire”.