Un piano di riqualificazione della rete ospedaliera abruzzese teso verso  l’eccellenza.

La riqualificazione della rete ospedaliera abruzzese è senza dubbio la
necessità primaria per fare in modo che la sanità nella nostra regione
volga finalmente verso la piena eccellenza.

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Da troppo tempo la classe politica continua a tergiversare in maniera
stucchevole e fallimentare su questo decisivo argomento sacrificando la
salute dei cittadini sugli altari delle speculazioni elettoralistiche e
campanilistiche.
Il momento storico che stiamo vivendo è più che maturo per fare scelte
coraggiose e improcrastinabili basate sulla lungimiranza e sul buon
senso e non più sulle prossime elezioni!!!
La salute dei cittadini deve uscire per sempre dalla logica perversa che
vede le strutture sanitarie abruzzesi fatte per chi ci specula e per chi
ci lavora piuttosto che per le persone malate o da assistere.
Da questo punto di vista, purtroppo, continuano le interpretazioni
fantasiose, solo per usare un eufemismo, della classe politica circa il
riordino in questione.
La scelta politica di lasciare aperti in provincia di Teramo 3 dei 4
ospedali di base previsti in tutta la regione penalizza pesantemente la
possibilità di avere un altro ospedale di 1° livello rischiando di
compromettere definitivamente la qualità sanitaria del territorio.

Necessario, allora, rivedere nel suo complesso il piano di riordino
ospedaliero, per quanto concerne le province di L’Aquila e Teramo,
partendo dall’ottimo lavoro svolto sino ad adesso dal gruppo di lavoro
per l’ospedale di Giulianova, presieduto dal sindaco Mastromauro, e da
due dati principali:

– La decisione della regione Abruzzo di accorpare da un punto di vista
sanitario le provincie di Pescara con Chieti e di L’Aquila con Teramo.
– Il decreto Lorenzin che, oltre a stabilire il numero di posti letto e
a regolamentare il numero degli accessi necessari affinché un reparto o
un servizio rimanga aperto, prevede che in una regione vi siano 1
ospedale di 2° livello ad altissima specializzazione (HUB) ogni 600.000
abitanti e 1 ospedale di 1° livello a specializzazione standard (STROKE)
ogni 300.000 abitanti.

Detto ciò e così come già avvenuto per quelli di Chieti e Pescara, è
necessario che anche nella macro-area L’Aquila-Teramo si arrivi subito
ad una costituzione di un presidio ospedaliero di 2° livello attraverso
l’interconnessione degli attuali nosocomi di L’Aquila e Teramo e
l’implementazione di un presidio di 1° livello a Giulianova con
Sant’Omero ospedale di base e quello di Atri riconvertito in ospedale di
riabilitazione pubblica così come già stabilito per quello di Popoli.
In questo modo, le due macro aree individuate dalla regione Abruzzo su
base provinciale avrebbero entrambe un ospedale di 2° livello
(Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo) e due ospedali di 1° livello secondo
i requisiti previsti dal citato decreto Lorenzin (Lanciano, Vasto,
Avezzano e Giulianova).
Una soluzione, questa, logica, complessa ma assolutamente possibile ed
ineccepibile che speriamo incontri i favori degli organismi preposti e,
finalmente, della politica sin dal prossimo incontro che avremo sulla
questione con la regione Abruzzo.

Picchini Ginesio, consulente presso il gruppo di lavoro per l’ospedale
di Giulianova per il M5S