Abruzzo. NAZARIO PAGANO (FORZA ITALIA) SU LEGGE DI RIFORMA DEL TRASPORTO PUBBLICO

Nazario Pagano

«La legge regionale di riforma del trasporto pubblico è profondamente sbagliata nella sua concezione, è ingiusta nell’applicazione, è antieconomica e apporterà danni invece che benefici, andando a pesare sulle spalle degli abruzzesi sotto forma di tasse». Il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, interviene sui provvedimenti messi in atto dalla Giunta D’Alfonso mirati a ridisegnare l’intero comparto dei trasporti dopo la fusione tra Arpa, Gtm e Sangritana confluiti in TUA.

«È stata scelta – precisa Pagano – la formula ˝in  house˝ invece di quella della società per azioni altrove neppure presa in considerazione, come nelle regioni del nord Italia, come Lombardia e Veneto, dove il mercato è stato liberalizzato e messo a gara su costo chilometrico. In Abruzzo la Regione ha preferito blindare l’80-85 per cento del tracciato, con finalità che non sono né di ridurre i costi né di fornire un servizio migliore all’utenza, quanto piuttosto di controllare il sistema dei trasporti. Tanto, alla fine, pagherà Pantalone, ovvero il cittadino-contribuente che ripianerà i debiti con l’aumento dell’imposizione fiscale»

Il coordinatore regionale di Forza Italia, nel sottolineare l’incoerenza formale e sostanziale della linea legislativa varata dalla Regione Abruzzo, riporta una semplice proiezione sui servizi regionali e comunali, che con questo modo di procedere a scapito del privato verrebbero a costare rispettivamente 9 milioni e 11,3 milioni di euro in più, con un esborso ulteriore complessivo di circa 20 milioni di euro l’anno. Una somma che non si traduce neppure in un aumento qualitativo del servizio. Il prospetto sul costo chilometrico è di 1,63 euro delle aziende private a fronte di 2,00 di TUA, un divario che si allarga sui servizi urbani:  2,06 euro rispetto a 3,00.

«La Regione, attraverso l’assessore Camillo D’Alessandro ha tenuto a precisare che con la  formula dell’in house si è scelto di tutelare l’occupazione, salvaguardando tutti i 1600 posti di lavoro. Ebbene – specifica Pagano -, questa motivazione è frutto solo di demagogia di facile presa, perché le leggi in materia prevedono l’obbligo di assorbire i dipendenti, quindi evidentemente le spiegazioni vere sono altre. Quel che D’Alessandro dice di vero è che il diritto alla mobilità è garantito anche nelle aree a domanda debole proprio dai privati, quindi non si comprende perché andarli a penalizzare, lasciando per essi una quota residuale del 10-15 per cento dei tracciati chilometrici. Forza Italia è per il libero mercato, per la libera iniziativa e per la concorrenza che si risolvono in vantaggi per il cittadino, in stimoli per la crescita in termini di qualità e di efficienza, e non può certamente condividere il servizio pubblico come un carrozzone che drena e perde risorse per mantenere se stesso e chi lo vuole così. La Regione – conclude Pagano – è ancora in tempo a cambiare la rotta tracciata con questo progetto che è nato male e prevedibilmente finirà ancora peggio».